(di Chiara Pallocci – inviata a Monte San Giovanni) Poggiato al muro, in disparte, occhiali scuri. L’hanno riconosciuto tutti, però, Paolo Di Canio, presente questo pomeriggio ai funerali di Alfredo “Pepo” Battella, il 51enne morto giovedì durante un’amichevole pre-campionato tra il suo Monte San Giovanni e il Valle Del Peschiera al campo di Grotti. Di Canio ha giocato in C2 con Battella a Terni: al Liberati è nata un’amicizia che si è consolidata negli anni, nonostante poi Paolo sia esploso nel calcio italiano e inglese mentre Alfredo sia diventato bandiera di club umbri (Orvietana e Narnese su tutti) ma anche reatini (Poggio Fidoni, 4Strade, Monte San Giovanni e tanti altri).
L’omaggio di una comunità intera, stretta attorno ai familiari che a fine cerimonia hanno voluto ricordare Pepo. A partire dalla sorella Marina: “Non mi aspettavo di perderti così, in un istante senza avere l’opportunità di abbracciarti. Se potessi tornare indietro lo farei e ti sgriderei un po’ di più. Le arrabbiature che mi facevi prendere perché non seguivi mai i i miei consigli. Sei sempre stato un animo ribelle, ma buono. Non avresti mai fatto del male a nessuno. Spero che dall’alto ci darai la forza. Ti abbraccio e ti porterò per sempre nel mio cuore”.
Poi il fratello Antonello, anche lui ex calciatore: “Non ce l’ho fatta a preparare una lettera. Non riesco a parlare. Mi unisco a quello che ha detto mia sorella Marina. Ho ricevuto tanti messaggi di affetto e stima nei tuoi confronti. Sono orgoglioso di quello che hai rappresentato nella tua vita. Sei nato con il pallone e hai regalato immense gioie, in primis a papà che ci credeva. Abbiamo girato non so quanti stadi. Io facevo il raccattapalle tu alla Ternana ti guadagnavi un posto da titolare. Eri un fenomeno, una tecnica incredibile. Ci sono tanti calciatori oggi, da Narni, Terni. Tutte piazze dove tu hai lasciato il segno. Ho in mente di fare qualcosa per te perché ho tantissimi ricordi. Un libro sulla tua vita che è stata spettacolare, come la tua fine: morire in un campo, steso al limite dell’area. Da quel punto lì avresti fatto gol spettacolare. Io posso solo farti ancora da raccattapalle. Ciao”.
A fine cerimonia parla la compagna Arianna: “Sei anni di convivenza. Pochi ma vissuti insieme con un’intensità tale da sembrare una vita. Due anime così inquiete come noi come avrebbero potuto non riconoscersi in questa vita? Immancabile quel bacio alla mattina che ci davi. Entrambi, insieme, tiravamo fuori la parte bella di noi. Mi dicevano che ti avevo migliorato e invece no, ti ho solo aiutato a capire l’uomo che sei. Mancherai tantissimo. Nessuno mai è riuscito a separarci, solo il destino. Vivrai sempre dentro di me, fino alla fine dei miei giorni quando finalmente riuscirò a riabbracciarti. Ti amo immensamente”.
RietiLife si unisce al dolore della famiglia di Alfredo e porge sentite condoglianze.
Foto: Francesco PATACCHIOLA ©