Prende il via domenica 11 agosto un nuovo appuntamento con l’arte musiva sul monte Terminillo. Forte della felice esperienza dello scorso anno con l’artista padovano Livio Savioli, il ricco calendario estivo di eventi disposto dalla parrocchia comprende infatti una mostra di mosaico contemporaneo. Protagonisti dell’esposizione, curata da Letizia Rosati, Laura Carraro e Mohamed Chabarik, compagni nella vita e complici e complementari nell’esperienza artistica.
Aperta ogni giorno fino al 1 settembre (dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18), la mostra si propone di evidenziare una lezione profonda dell’arte musiva: il rapporto tra frammento e totalità. “Nessuno è l’intero, la totalità, nessuno completo: presuntuoso orgoglio di chi pensa in proprio, credendosi autonomo, senza “debiti””, spiega padre Mariano Pappalardo, custode del Tempio di San Francesco al Terminillo.
Poi ha continuato: “Si è sempre frazione, parte, complemento, briciola, scaglia, granello, simbolo. Esplode lo spettacolo, accade il miracolo, avviene l’evento, quando il simbolo si ricongiunge, quando i frammenti si ricompongono, quando le parti si riconoscono amiche e si delinea il tutto, quando il granello scopre la complicità, quando le parti ritrovano affinità elettive”.
Ma il mosaico, e l’arte di Laura e Mohamed in particolare, dicono molto altro, perché il lavoro parte “dall’ utilizzo di materiale precario, come spesso precaria si percepisce la propria esperienza e la propria vita”. E mettendo assieme una tessera dopo l’altra si scopre che «il diverso può stare insieme e creare il nuovo che stupisce, affascina, attrae, conquista”. Un discorso che rimanda anche al grande mosaico della Creazione, che da 1.600 metri sul livello del mare illumina la Valle Santa reatina dall’abside del Templum Pacis. L’opera, di grande impatto estetico e concettuale, è stata completamente restaurata nel 2016 in occasione dei 50 anni dalla realizzazione e presenta un ulteriore messaggio di complementarietà dei discorsi, perché rappresenta la nascita del mondo tenendo insieme il discorso scientifico e le intuizioni della fede.
GLI ARTISTI– Mohamed Chabarik nasce ad Aleppo nel 1978. Arriva alla scuola Mosaicisti di Spilimbergo (Friuli) dopo un percorso che in Siria lo ha portato a sperimentare svariate tecniche artigianali, soluzioni tecniche e materiche. L’incontro con il mosaico segna un solco privilegiato in cui far confluire tutto questo, e la texture musiva diventa una modalità di raccontare. Diplomatosi nel 2005, qualche mese dopo fonda il proprio laboratorio.
Laura Carraro nasce nella provincia di Venezia nel 1984. Il suo percorso artistico si snoda tra la creazione manuale e la passione per l’arte come strumento di cultura e di propulsione sociale. Dopo la laurea in Lettere all’Università Cà Foscari di Venezia, con una tesi in Critica dell’Arte Contemporanea, scopre il mosaico, congeniale al suo modo di essere, e la Scuola Mosaicisti di Spilimbergo (Friuli) dove si diploma nel 2010.
Nel 2010, Mohamed Chabarik e Laura Carraro, in un sodalizio sul piano privato e professionale, cominciano a collaborare nella creazione delle loro opere e nella gestione del laboratorio che dal 2016 si chiama “Carraro Chabark mosaico contemporaneo”, dove creano opere di ricerca artistica e in dialogo con i clienti; realizzano delle collezioni di design e una linea di gioielli, oggetti per l’arredo e progetti per l’architettura. Partendo da quelle che sono le strutture del linguaggio musivo e la sua natura di composizione e intreccio di cose diverse, Mohamed Chabarik e Laura Carraro sperimentano nelle loro opere materiali e forme alternative, e la possibilità di ampliare i confini tradizionali della loro arte, per sfociare nell’installazione. Entrambi partecipano a diversi concorsi e mostre collettive in gallerie e importanti sedi espositive, a workshop di arte urbana e land art.
Foto: RietiLife ©