“Niente liste di attesa per i pazienti oncologici presso l’Azienda Sanitaria Locale di Rieti. Da tempo la Direzione Aziendale ha varato un percorso dedicato al paziente oncologico, in modo da garantire l’erogazione delle prestazioni diagnostiche entro i tempi richiesti dagli stessi specialisti oncologi aziendali, eliminando di fatto sia le liste d’attesa sia la possibilità di disguidi”: lo scrive Asl Rieti, replicando a una lettrice che segnalava una maxi-attesa per suo padre, paziente oncologico.
“Rispetto alla segnalazione apparsa su alcuni quotidiani in queste ore, la Direzione ha avviato un’accurata verifica; appare inizialmente opportuno precisare che la prestazione oggetto della segnalazione è relativa ad una ecografia richiesta dal Medico di Medicina Generale in via del tutto ordinaria su una ricetta che non riporta nessuna indicazione di priorità e tantomeno la codifica numerica relativa all’esenzione per patologia neoplastica. In buona sostanza, la prestazione richiesta è stata classificata come ‘P’ dal prescrittore, apponendo un segno su tale classe, ovvero non segnando nessuna classe” dice Asl.
“Nel caso di pazienti oncologici seguiti presso il nostro Centro, sono attivi canali preferenziali oltre che la possibilità di accedere alle prestazioni con codifiche diverse apposte dal Medico di Medicina Generale in relazione alle indicazioni dei singoli specialisti curanti. La ricetta esibita all’atto della prenotazione non ha permesso di evincere una delle diverse classi di priorità esistenti e non riteniamo ciò addebitabile agli operatori dell’Azienda che si sono trovati a gestire un documento con richiesta di prestazione assolutamente procrastinabile” aggiunge Asl.
“L’Azienda Sanitaria Locale, oltre ad avere un canale preferenziale per i pazienti oncologici è l’Azienda al vertice regionale nel monitoraggio dei tempi di attesa per visite specialistiche ed esami diagnosti riferito a priorità alta, differibile e urgente. La Asl di Rieti supera infatti il 97% di appropriatezza per la diagnostica e il 98% per le visite, rispetto alla media regionale del 73% nel primo caso e dell’80% nel secondo” conclude Asl.
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