È un vento nuovo quello che soffia nel reatino. Anzi, antico. La nostra è terra di cantautori e sembra non voler rinunciare al suo ruolo. Con sistematica cadenza ripropone temi e personaggi che perpetuano la stirpe rara dei poeti in musica. Perché questo è un cantautore: uno in grado di aggiungere melodia alle parole, suono alle emozioni, armonia ai ricordi. Il nuovo che s’affaccia sul palcoscenico del pop in Italia è Antonio Barbato, un ragazzo di Rivodutri, a due passi da un altro luogo sacro per gli esiti del genere. Il suo brano “Il vento ed io” spopola su Youtube e accumula migliaia di like fra i giovani. Le note e le parole di Barbato evocano emozioni mai sopite e languide memorie.
Fa rivivere struggenti momenti di un’adolescenza non lontana, parla di amori vissuti fra quotidiane scoperte, fatti di sguardi, sfioramenti, promesse, inquadrati in un contesto dominato dal fascino sottile della propria terra. Chi l’ascolta sembra perdere l’età. Barbato sa scavare nel passato recente o remoto e cogliere poetiche sensazioni; sa dominare quel “vento” che accarezza i ricordi, racconta le passioni, dà sonorità ai luoghi, descrive immagini nitide di legami irrinunciabili. Roma, dove attualmente vive, lo ha accolto con trasporto e prepara la sua consacrazione. A breve, Youtube ospiterà un altro brano, mentre è atteso per la fine dell’anno un album della sua band: Marco Bruno, Alessandro Grasso, Marco Desideri, Quetzal Balducci, Enrico Piccolo e la collaborazione di tecnici quali Mattia Chiaroni per la regia, Andrea Sacco, aiuto e Stefano Maura per il mix.
Foto: RietiLife ©