Rivoluzione doveva essere e rivoluzione è stata, l’introduzione alla scuola media “Basilio Sisti” del metodo Dada. L’anno scolastico che si chiude è stato il primo che ha visto trasformarsi l’uso degli spazi e l’organizzazione della didattica della scuola, secondo il sistema per cui a spostarsi, al suono del campanello, non sono più gli insegnanti ma gli alunni, cambiando aula a seconda della materia in programma. Non un banale scimmiottamento del modello americano, semmai un’apertura alla filosofia scandinava per cui a scuola l’ambiente in cui si studia è elemento essenziale della didattica e del processo di apprendimento.
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Ed ecco le classi a tinte pastello dedicate a specifiche materie e attività, con i banchi non più singoli ma a “grappolo” – per favorire il lavoro di gruppo tra alunni – i monitor interattivi con cui fare e seguire la lezione, i cubotti in corridoio dove lasciare gli zaini, le piste a terra per orientarsi anche in caso di emergenza. E trecento ragazzi che quest’anno hanno imparato a muoversi ogni ora, di materia in materia, rompendo la fissità della didattica tradizionale e sperimentando nuovi metodi di apprendimento e condivisione.
Ad abbracciare questa sperimentazione, in atto in tutta Italia ma unica in provincia di Rieti, è stata la dirigente scolastica Mara Galli, che a un anno esatto dalla presentazione del progetto alle famiglie ora dice: “Abbiamo forzato un po’ la mano, abbiamo precorso i tempi, abbiamo anche rischiato ma alla fine il sistema ha funzionato”. Merito del corpo docente e del personale della scuola, che ha accettato di rimettersi in gioco, e in particolare del professor Daniele Di Simone (che ha ripensato gli spazi) e delle professoresse Maria Rita Iacono e Anna Marotti, che hanno lavorato su orari e classi. Decisivo è stato anche il contributo della Fondazione Varrone, che ha finanziato i nuovi arredi e le dotazioni tecnologiche, con l’aula di Geografia dove le vecchie cartine geografiche donate dalla Cassa di Risparmio di Rieti ora affiancano lo schermo interattivo finanziato dalla Fondazione.
Un plauso per il lavoro svolto e un incoraggiamento a proseguire su questa strada è arrivato proprio dal consigliere della “Varrone” Edoardo Antonicoli, che giovedì mattina, 6 giugno, ha visitato la scuola insieme al segretario generale Brunella Lilli, complimentandosi per la riuscita della sperimentazione.
“Ormai siamo partiti – dice Galli – Abbiamo testato il sistema, possiamo ancora migliorare e soprattutto vogliamo allargare gli orizzonti: in provincia la “Sisti” è l’unica scuola ad aver sperimentato il progetto Dada ma nel Lazio e in Italia c’è un grande movimento in atto e noi vogliamo esserci dentro”.
Foto: RietiLife ©