“I sindacati, dopo anni di lotte e di battaglie, prendono atto favorevolmente che si sono riaccesi i riflettori sulle aree ex industriali. Da sempre siamo convinti, che il recupero dell’aree ex industriali, sia volano economico e di svolta urbanistica della città”: lo scrivono i sindacati Cgil, Cisl e Uil con Stefano Rinaldi, paolo Bianchetti e Alberto Paolucci.
“Gli ultimi 30 anni, le battaglie sindacali, hanno tentato in ogni modo di stimolare le varie amministrazioni comunali che si sono alternate, al fine di dare una nuova vita ad aree estesissime, equivalente all’intero centro storico della città, ormai ricadenti all’interno del tessuto urbano, di fatto in pieno centro cittadino. Il sisma ha prepotentemente riacceso l’attenzione su queste aree, il cui recupero, in termini di servizi e non solo, è di vitale importanza. Torniamo dunque a stimolare le attuali forze politiche che compongono il Consiglio Comunale a non perdere l’ennesima occasione” aggiungono.
“Abbiamo bisogno di nuove scuole, una nuova università, un nuovo ospedale e di nuove aree servizi, per la città e gli studenti, per stimolare la cultura ed eventi. In generale abbiamo bisogno di dare corso a nuovi investimenti, pubblici e privati, pronti a dare nuova vita alla città. Il clima di depressione, economica ed umana dei cittadini, è tale da non consentire l’ennesimo ‘no’ alle scelte strategiche necessarie per lo sviluppo, al contrario resteremo per sempre impantanati nella logica del “NO” in quella palude che ha consegnato a Rieti il primato del ‘non fare’ dalle aree ex industriali, alle infrastrutture viarie, all’università, alle scuole” aggiungono.
“Ci vuole una sferzata di coraggio, dunque, con decisioni veloci e definitive per far crescere in quelle aree un campus della cultura, nuove scuole, aree sportive, università, edilizia sanitaria, centri servizi e nuove aree commerciali di largo consumo, il tutto rigorosamente antisismico. Se ci sono imprenditori pronti ad investire in questa direzione ci aspettiamo altrettanta sensibilità nella classe politica reatina” conclude.
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