La Fondazione Varrone cerca restauratori reatini per avviare l’annunciato piano di recupero e valorizzazione dei beni culturali mobili recuperati dopo il terremoto del 2016. Il bando è sul sito (www.fondazionevarrone.it) e sarà aperto fino al 10 giugno. Si cercano professionisti residenti in provincia di Rieti da più di 12 mesi e che abbiano nel reatino la sede operativa della propria attività, abilitati all’esercizio della professione di restauratore di beni culturali ex art.182 Dlgs 42/2004 in almeno uno dei seguenti settori: 3 (manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile) e 4 (manufatti scolpiti in legno, arredi e strutture lignee).
La sede di lavoro sarà a Rieti, a piazza Vittorio Emanuele II, negli spazi dell’ex filiale di Intesa Sanpaolo. Una scelta non casuale, quella di Palazzo Dosi, condivisa dalla Fondazione con le Soprintendenze interessate e la Diocesi per dare al lavoro di recupero dei beni culturali del cratere la centralità e la visibilità che merita, anche come segnale di speranza per le comunità più colpite dal sisma.
Una cinquantina le opere – tra tele, pale d’altare, reliquiari, tabernacoli e croci – già selezionate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Lazio per essere avviate al laboratorio di restauro reatino voluto e finanziato dalla Fondazione Varrone. Tra queste la Sacra Famiglia con San Giovannino di Cola dell’Amatrice (nella foto), che era esposta al museo civico di Amatrice, il celeberrimo reliquiario della Filetta, la Madonna di Cossito, le croci di Pietro Paolo Vannini, la Madonna del Latte e la Madonna in trono con Bambino (nella foto), che erano nel Palazzo del Podestà di Accumoli, la tela di Sant’Emidio proveniente dalla chiesa di San Francesco di Accumoli.
Queste e altre opere recuperate dal MiBac e ricoverate nei depositi di Rieti e Cittaducale, confluiranno nella mostra “Memorie, arte e devozione ai piedi della Laga” che sarà allestita a Palazzo Potenziani nel marzo 2020. Mostra che sarà preceduta dalla pubblicazione del libro, edito da Electa Mondadori, ugualmente dedicato al patrimonio culturale dei comuni del cratere.
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