“In relazione al cosiddetto indice della salute 2019 elaborato dal Sole24Ore il rapporto fornisce indicatori eterogenei e non supportati dalle evidenze di letteratura scientifica e di strumenti che sintetizzano il profilo di salute di una popolazione come rilevato dal Dipartimento di Epidemiologia del Sistema sanitario regionale del Lazio”: lo dice l’Assessore alla sanità e l’Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato. replicando allo studio del quotidiano economico (leggi).
“Basti pensare che le province segnalate come ‘critiche’ come Viterbo e Rieti sono invece quelle con il più basso tasso standardizzato di mortalità per tumori rispettivamente 234,7 per 100mila residenti a Viterbo e 256,9 per 100mila residenti a Rieti a fronte di una media regionale di 271,2 per 100mila residenti. Inoltre il tasso di mortalità per infarto vede la Asl di Viterbo con il tasso standardizzato di mortalità più basso dell’intera regione pari a 29,5 per 100mila residenti circa 10 punti in meno sulla media regionale. Questo a dimostrazione della scelta arbitraria degli indicatori di salute utilizzati nella ricerca effettuata. Per altro il sistema sanitario regionale del Lazio è l’unico ad aver messo online e ed in totale trasparenza tutti i dati sullo stato di salute della popolazione che sono consultabili sul portale www.opensalutelazio.it. Inoltre come evidenziato di recente anche dall’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle Regioni italiane, negli ultimi 14 anni è aumentata nel Lazio la speranza di vita alla nascita rispettivamente di 3,6 anni per gli uomini e di 2,4 anni per le donne entrambi i dati superiori alla media nazionale” conclude D’Amato.
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