L’approvazione del Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali ha sancito la definitiva virata della gestione del patrimonio forestale nazionale verso una concezione eminentemente produttivistica del bosco. Tale scelta potrebbe avere una sua dignità se fossero ben definiti i termini di applicazione e se fosse accompagnata da misure per l’effettivo miglioramento, strutturale e compositivo, dei nostri boschi, e da un’autentica valorizzazione dei suoi prodotti legnosi.
Il dettato della nuova norma, invece, sembra aprire la strada a pratiche da sempre considerate deteriori e dannose per l’ambiente, come l’eliminazione dei boschi di neoformazione o l’utilizzo delle biomasse legnose per scopi energetici. Allo stesso tempo si vanno diffondendo proposte, come la pratica del fuoco prescritto, per ridurre il rischio di incendio. Tutto ciò mentre i cambiamenti climatici imporrebbero una politica di attenta conservazione del manto forestale del nostro paese.
Per dare voce alla maggioranza silenziosa che non condivide questa visione della gestione dei boschi, è nato il Gruppo Unitario per le Foreste Italiane (GUFI), associazione culturale di impostazione scientifica, che si propone come sindacato nazionale delle foreste e riunisce numerose associazioni ambientaliste e singoli appassionati dei boschi e della natura. Domani, 17 maggio, presso il polo universitario di Rieti è in programma l’evento fondativo del nuovo movimento con un incontro dal titolo “ La conservazione delle foreste in Italia; riflessioni urgenti”, al quale parteciperanno esponenti dell’associazionismo, del mondo universitario, della ricerca e della sanità.
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