Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, giunta in redazione. Il lettore segnala un disagio importante e si appella alla Asl.
Sono Alberto Fracassi, sono di Borgorose e malato di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) da circa 13 anni. Una malattia, la Sla, così invalidante che comporta tanti problemi nel vivere quotidiano. Pertanto non mi sembra corretto subire ulteriori limitazioni a causa di motivi burocratici. Al contrario, l’assistenza per la mia malattia dovrebbe essere munita di tutti gli strumenti per combattere la prima causa di peggioramento, la depressione; quindi avere la possibilità di uscire e stare all’aria aperta, di vedere gente, di fare una vita per quanto possibile ‘normale’. Strategie ormai riconosciute da tutta la medicina per migliorare la qualità della vita.
Se ancora c’è qualcuno che vuole confinare i malati dentro le loro abitazioni, allora non ha ben chiaro il concetto di assistenza. Mi appello a questa mancata autorizzazione (di cui Alberto invia copia a RietiLife, ndr) da parte del Direttore Sanitario del Distretto 1 Rieti-Antrodoco-Sant’Elpidio in quanto gli anni precedenti l’ho sempre fatto, non mi è stata mai negata la possibilità di uscire. Anche una giornata di sole può ridare gioia e speranza ad una persona malata.
Non bisogna dimenticare che, oltre ad essere malato, sono una persona e resto comunque un padre, un marito, un nonno, un amico. Ho provato ad esporre questo vitale disagio molte volte ma ho trovato solo muri, quindi chiedo aiuto a voi per risolvere questo problema e per restituirmi la libertà di cui ogni individuo ha il sacrosanto diritto di avere. Mi appello al suo buon senso e spirito umanitario del Direttore Sanitario del Distretto 1 Rieti-Antrodoco-Sant’Elpidio.
RietiLife resta a disposizione di eventuali repliche
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