(di Chiara Pallocci) La diciottesima legislatura della Repubblica italiana conta, tra le sue fila, ben quattro deputati reatini, il veterano Fabio Melilli (al suo secondo mandato) in quota PD, Gabriele Lorenzoni per il M5S, Paolo Trancassini con FDI e Alessandro Fusacchia, al Gruppo Misto per la circoscrizione Europa. Tra fumate nere ed un avvio in salita, a poco più di un anno dall’insediamento ufficiale, abbiamo studiato i “comportamenti” dei nostri rappresentati in Parlamento, grazie ai dati forniti dalla Fondazione Openpolis su presenze, indice di produttività e voti ribelli.
PRESENZE – I dati sulle presenze si riferiscono alle votazioni elettroniche che si svolgono in Camera e Senato dall’inizio della legislatura e, dunque, non si riferiscono a tutte le possibili attività parlamentari (come i lavori preparatori nelle Commissioni). Vengono calcolati come assenti sia i parlamentari che lo sono fisicamente – ma non in missione – sia quelli presenti ma non votanti, pertanto non determinanti sul numero legale nella votazione. I resoconti di Camera e Senato, però, non consentono di distinguere un caso dall’altro.
In termini di presenze i nostri rappresentanti risultano virtuosi: in testa c’è Gabriele Lorenzoni, con il 91,66% e 3392 votazioni elettroniche. In carica dal 5 marzo 2018, dal giugno dello stesso anno è anche componente della Commissione permanente V Bilancio e Tesoro. Lo segue, di misura, il sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini con il 90,36% di presenze; Alessandro Fusacchia conta il 74,53% di presenze. Chiude il cerchio Fabio Melilli con il suo 58,73%, attestandosi, di poco, al di sotto del valore medio di 65,89%.
PRODUTTIVITÀ – Il dato prende in esame il numero, la tipologia, il consenso e l’iter degli atti presentati dai parlamentari ma non tiene conto del lavoro che alcuni parlamentari svolgono per gli incarichi necessari al funzionamento dell’intero ingranaggio politico (Commissioni, Gruppi, Comitati, Giunte e Uffici di Camera e Senato). Fabio Melilli è primo firmatario di 2 disegni di legge (del 2013 e del 2014), due interrogazioni (uno, del 2014, sul blocco della produzione nello stabilimento reatino della Schneider Electric), 6 odg in assemblea e 180 emendamenti; è cofirmatario di 107 disegni di legge, 22 mozioni, 20 interpellanze, 33 interrogazioni, 7 risoluzioni, 13 odg in assemblea e 149 emendamenti.
Alessandro Fusacchia è invece primo firmatario di 3 disegni di legge (quello sull’introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica, il più recente), 2 interpellanze, 13 interrogazioni, 3 risoluzioni, 1 odg in assemblea e 52 emendamenti. Il vicepresidente del Gruppo misto, componente della Commissione permanente VII Cultura, è anche cofirmatario di 3 disegni di legge, 2 mozioni, 1 interpellanza, 3 interrogazioni, 3 risoluzioni, 5 odg in assemblea e 32 emendamenti.
Gabriele Lorenzoni è primo firmatario di 1 interpellanza, 8 interrogazioni (sulla mancanza di un collegamento ferroviario diretto tra Rieti e Roma, sullo spostamento del centro trasfusionale del De Lellis e sulla crisi della Solsonica, i più recenti), 3 odg in assemblea e 6 emendamenti. Lorenzoni è anche cofirmatario di 10 disegni di legge (“Disposizioni urgenti per la semplificazione e l’accelerazione delle procedure di ricostruzione nelle aree dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2016”, un esempio), 2 mozioni, 7 interpellanze, 4 interrogazioni, 27 odg e 124 emendamenti.
Paolo Trancassini è primo firmatario di 1 disegno di legge, quello sulle “Modifiche al codice della protezione civile, di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e altre norme in materia di gestione delle emergenze di rilievo nazionale”, di 14 interrogazioni (sugli interventi lungo SS4 Salaria, il depotenziamento della sanità reatina e le criticità della galleria Valnerina), 2 risoluzioni, 9 odg in assemblea e 139 emendamenti. È cofirmatario di 7 disegni di legge, 28 mozioni, 5 interpellanze, 56 interrogazioni, 16 risoluzioni, 32 odg in assemblea e 174 emendamenti.
PARLAMENTARI ANARCHICI – Un altro dei fattori di valutazione dell’attività parlamentare è il “voto ribelle”,vale a dire l’espressione di un voto diverso da quello del gruppo parlamentare a cui si appartiene, un indicatore quantitativo del grado di contrasto alla “disciplina” del gruppo.
Considerando l’ultimo aggiornamento fornito da Openpolis, ha votato 1 volta (0.03% sul totale dei voti) diversamente dal proprio gruppo parlamentare il pentastellato Gabriele Lorenzoni, astenendosi durante la votazione n.16 della seduta numero 30 del 19 luglio 2019, sulla “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”. Con lui, un altro astenuto di lusso, Vittorio Sgarbi.
Sono 13, invece, i voti ribelli di Paolo Trancassini. Con lo 0.42% sul totale dei voti si è espresso diversamente dal proprio gruppo, astenendosi 3 volte, dichiarandosi 6 volte contrario e 4 favorevole.
Il più “ribelle” è Fabio Melilli, con 33 voti in controtendenza rispetto al proprio gruppo parlamentare. Ligio alla linea Alessandro Fusacchia con lo 0% di ribellione.
I DATI NAZIONALI – A Palazzo Madama sono Liliana Segre e Renzo Piano i più assenteisti. I due senatori a vita, infatti, hanno un tasso di assenza del 100%. Male anche per Giorgia Meloni, tra i deputati, con il suo 5% scarso di presenze; 11% per Luigi Di Maio (“giustificato “dall’83.83% di missioni). Male Matteo Salvini, solo l’1,66% di presenze ed un 97,80% di missioni; 64,08% il tasso di presenze di Matteo Renzi.
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