Nel segno delle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha invitato a non tentare inutilmente di riscrivere la storia della ricorrenza nazionale del 25 aprile, Festa di Liberazione, rappresentanti della Cgil e comuni cittadini hanno deposto dei fiori al cippo dell’ex campo di concentramento di Farfa, per ricordare e onorare simbolicamente tutti i martiri dei campi nazisti e tutti i partigiani e i civili che trovarono la morte nei tragici giorni precedenti alla fine della seconda guerra mondiale nel nostro paese.
La Festa di Liberazione è nel dna degli italiani un popolo che, dal 1943 al 1945, si trovò coinvolto in una guerra che era al contempo militare e civile. Una guerra che impose scelte dolorose e che causò arresti, torture e morte, da parte dei nazifascisti, non solo di partigiani, che avevano organizzato una guerra di resistenza, ma anche di cittadini inermi. Anche la città di Rieti e la Sabina diedero il loro tributo di sangue in quei giorni che non dobbiamo dimenticare perché la memoria è il vero antidoto contro il ritorno della dittatura. (di Giuseppe Manzo)
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