“Sono 345 le domande presentate a Rieti e provincia per quota cento”. Lo fa sapere Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana.
“La nostra è la provincia del Lazio con meno richieste di pensionamento – dice il segretario – a Frosinone infatti il numero ha raggiunto le 1259 unità, a Latina 951, a Viterbo 678. Ma è chiaro che per un’analisi esaustiva e completa aspettiamo di sapere quante saranno le richieste di adesione a quota cento in base a chi ne ha i requisiti. Solo allora potremmo avere un quadro completo”.
“Nella speciale classifica di uomini e donne che hanno deciso di uscire dal mercato del lavoro – aggiunge Paolucci – sotto Rieti si collocano città come Vercelli con 274 domande, Fermo con 192, Sondrio con 202, Gorizia 274 e la vicina Terni con 343. A fine marzo i dati in nostro possesso ci dicono che in tutta Italia sono stati 102965 i connazionali che hanno optato per quota cento, con una forte disparità tra uomini e donne, dove i primi sono stati più di 75mila mentre le donne solo 27mila”.
“Un dato questo – spiega l’esponente Uil – che conferma la difficoltà per le donne di accedere a questa modalità pensionistica. Le loro carriere lavorative sono infatti più discontinue e quindi hanno un’anzianità contributiva media inferiore. Dai nostri dati risulta poi che sono i livelli di reddito medio bassi i più penalizzati, in quanto perdere una quota più o meno consistente della futura pensione è sopportabile solo per chi ha un reddito medio alto”.
“Analizzando i settori di provenienza delle adesioni a quota cento – conclude Paolucci – scopriamo che il maggior numero (oltre trentaseimila) riguarda i lavoratori dipendenti, poco meno di 18mila i commercianti e gli artigiani, circa duemila i coltivatori diretti e mezzadri. Pochissime invece le adesioni dai lavoratori dello spettacolo, dello sport, così come quelli della gestione separata”.
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