“È indubbio che la gestione del servizio sanitario sia un argomento estremamente sensibile, che tocca i cittadini chiamati giornalmente a confrontarsi con problemi spesso incomprensibili”: lo scrive il medico ed ex assessore al Comune di Rieti, Paolo Bigliocchi. “Leggo con grande interesse il dibattito aperto in città, nel timore di un depotenziamento dell’ospedale generale, con la suggestione della costruzione di un nuovo ospedale e con le difficoltà evidenti della sanità territoriale. Per la verità sono decenni che si affrontano problemi di questo genere e non fa male ricordare per quanti anni si è parlato della chiusura dell’ospedale di Amatrice, di quella avvenuta dell’ospedale di Magliano e di una mobilità passiva che penalizza da sempre il nostro territorio che demograficamente povero è costretto ad una sanità di frontiera”.
“Mi piace – aggiunge – pensare che era ben diverso il senso della riforma sanitaria del 1978 che, rispondendo in modo compiuto alle norme costituzionali, prevedeva un servizio generalizzato e gratuito. Ma da lì inizia il problema, perché quella riforma non si poneva il problema dei costi di gestione e quando poi la sanità è stata, nelle leggi di bilancio, considerata ‘voce di spesa’ sono iniziati i problemi. In realtà mi piace pensare ad un sistema sanitario che esca dai paletti dei bilanci e non si può dimenticare quanto, grazie alla ricerca ed alla tecnologia , siano aumentati negli anni i costi della diagnosi e cura del paziente migliorandone chiaramente le aspettative di vita. Ma questi sono miei pensieri – aggiunge Bigliocchi – ed oggi vige la legge del pareggio di bilancio. Allora non possiamo dimenticare la voragine debitoria in cui si è trovata , chiaramente per malagestione, la Regione Lazio e quanto duro e difficile sia stato cercare di rientrare in parametri economici possibili. Questo non giustifica però, lo dicemmo a gran voce alla Polverini a Magliano, una marginalizzazione della Sanità del nostro territorio e, se mi è permesso dirlo, ben venga una sospensiva da ‘cratere’, ma non basta. È riduttivo rispetto alla necessità di un piano articolato che trovi nella specificità , se non nei numeri , i motivi per rilanciare il sistema nella nostra Provincia”
“Non sono riuscito ad appassionarmi al dibattito sulla costruzione di un nuovo ospedale o sulla ricostruzione dell’ospedale di Amatrice, per cui spero si abbandonino logiche campanilistiche od emotive per ragionare in termini funzionali , perché non credo che si possa continuare a fare sanità con soli investimenti sul mattone. Credo – aggiunge Bigliocchi – occorra parlare seriamente di funzioni e di quello che dentro queste strutture si vuole mettere , come si intende qualificarle per far si che diminuisca la mobilità passiva, come si vuole integrare questo sistema con la sanità romana senza esserne vittime e come nella specificità si vuol riconoscere dignità a questo territorio. Se continueremo a parlare di numeri saremo sempre perdenti e questo non è ne giusto ne sopportabile”.
“Alla Regione vorrei dire che dovrebbe affrontare questo problema senza sentire le pressioni dei numeri e delle difficoltà della sanità romana e dovrebbe guardare a Rieti guardando ad una comunità che ha uguali diritti – dice Bigliocchi – il discorso è lungo e complesso e sono certo non mancheranno altre occasioni di confronto, ma vorrei concludere dicendo che è difficile fare una sanità territoriale decente senza personale e che i tempi dell’assistenza domiciliare cosi come quelli della diagnostica sono da tempo insopportabili. A questo aggiungerei la folle burocrazia del sistema che costringe i cittadini a fare i pendolari tra ospedale , specialisti e medici di famiglia per ottenere prestazioni necessarie. Mi aspetto un maggior protagonismo della conferenza dei Sindaci che, pur con limitati compiti, può far valere le sue ragioni”.
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