“Siamo indignati, delusi, come al solito le promesse degli amministratori locali sono state disattese”: lo scrive un gruppo di studenti e genitori dell’Alberghiero di Amatrice, trasferito a Rieti dopo il sisma e che ora, dopo l’annuncio, dovrebbe tornare nel borgo amatriciano, come annunciato dal sindaco Palombini (leggi). Ritorno che, in questo periodo dell’anno e con delle modalità, non piace a studenti e genitori: una rivoluzione che porterebbe disagi alla didattica a poche settimane dai momenti cruciali nel percorso scolastico.
“Nell’incontro del 4 dicembre 2018, ad Amatrice – scrivono ancora – il sindaco aveva promesso un incontro entro il 15 gennaio per vedere lo stato di fatto dei lavori e decidere insieme il futuro. Ciò non è avvenuto; è accaduto il contrario, per una mera operazione politica ed economica, a cui noi non possiamo sottostare. Il diritto allo studio e la formazione sono stati dimenticati. I nostri figli cambieranno docenti in quanto quest’ultimi si troverebbero costretti a non poter proseguire l’incarico perché impegnati in altre sedi con orari stabiliti e concordati ad inizio anno scolastico, con una conseguente interruzione della continuità didattica requisito peraltro indispensabile per i ragazzi con disabilità (Legge 104 art. 3 comma 3 e DSA)”.
“Tutto questo a meno di 40 giorni dall’esame – dicono – Non lo possiamo accettare. È per quanto esposto che non siamo presenti oggi ed è nostra intenzione contrastare questa ottusa decisione unilaterale, con ogni mezzo a nostra disposizione. Ci teniamo a ribadire che vogliamo che l’istituto torni ad Amatrice, ma nel rispetto delle garanzie e della continuità didattica. L’istituto alberghiero e la città di Amatrice meritano un rispetto maggiore”.
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