“Le differenze di genere esistono. Purtroppo in molti se ne ricordano una volta l’anno. Magari solo oggi, otto marzo, quando ricorre la giornata internazionale della donna. Ma le disuguaglianze incidono sulla vita quotidiana, tutti i giorni, mese dopo mese, anno dopo anno. Pensiamo all’occupazione. Sebbene negli ultimi venti anni le donne abbiano avuto maggior accesso al mercato del lavoro, questo non si è tradotto in un miglioramento della qualità dell’occupazione. Le lavoratrici continuano a incontrare più difficoltà degli uomini per ottenere un’occupazione stabile, ben retribuita e adeguata al titolo di studio conseguito”. Lo dice Alberto Paolucci, Segretario della Uil di Rieti e della Sabina Romana, commentando i dati di uno studio che la Uil del Lazio ha realizzato con l’istituto di ricerche Eures.
“Lo studio – spiega il Segretario – che si estende sul quinquennio 2013-2017 rivela sì un aumento dell’occupazione a livello regionale (69,1 per cento uomini nel 2017 rispetto 66,3 per cento del 2013) e (52,9 per cento donne nel 2017 rispetto al dato del 2013 che si attestava al 49,4 per cento), ma evidenzia anche come il gender gap sia ancora consistente. Concentriamoci su Rieti e sulla nostra provincia. Da noi le retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti del settore privato – escludendo quello agricolo –sono di 15,2mila euro (17536 per gli uomini, 12.425 per le donne), che in termini assoluti fa registrare un gender gap di 5,1mila euro”.
“Da anni le statistiche sono impietose e rivelano come le pari opportunità tra uomini e donne, siano ancora ben lontane dall’essere pienamente realizzate – aggiunge Paolucci – In realtà, si stia facendo troppo poco per il lavoro, per i relativi salari, per le pari opportunità e più in generale per il welfare. E così ancora oggi sono troppe le donne penalizzate, spesso solo per il fatto di essere mamme”.
“E’ evidente che i provvedimenti emanati in questi anni – conclude Paolucci – non hanno inciso sulla rimozione degli ostacoli che il nostro Paese si trascina purtroppo da anni. Ma bisogna invertire la rotta, dobbiamo incrementare la concertazione tra le parti per assicurare un futuro migliore a tante donne, un futuro libero dalle discriminazioni e dagli sfruttamenti lavorativi. Solo così riusciremo a rimuovere gli ostacoli allo sviluppo economico e sociale dei nostri territori”.
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