“Difendiamo la Sanità reatina, facciamolo insieme e uniti”. Dall’Alcli parte il grido per evitare un declassamento dell’ospedale e la conseguente perdita di servizi per i cittadini. “Questa assemblea è una buona notizia – ha detto il vescovo Pompili in apertura dell’assemblea cittadina in difesa della sanità promossa dalle associazioni di volontariato – È buona perché siamo qui per documentarci prima di esprimere un’opinione, partendo dai dati, inoltre il nostro incontro evidenzia l’importanza della più grande azienda sanitaria del territorio, circa 2000 dipendenti e soprattutto restituisce alla sanità il suo primato perché parliamo di salute delle persone. Ringrazio Santina e tutte le associazioni di volontariato per questa opportunità per il territorio”.
Davanti ad una sala riunioni strapiena di cittadini, Santina Proietti presidente dell’Acli, ha esordito: “Siamo ancora qui, dopo la grande mobilitazione del 2014, siamo ancora qui a chiedere alla Regione le stesse cose, un atto scritto per scongiurare definitamente gli effetti della legge Lorenzin che prevede tagli, accorpamenti, razionalizzazioni. Vogliamo la revoca immediata dei decreti sul declassamento del laboratorio analisi, centro trasfusionale, anatomia patologica e il mantenimento di tutte le linee di attività cliniche. La Regione dovrebbe solo applicare il decreto governativo che oggi esiste e che prevede per tutti i comuni del cratere la sospensione del decreto”.
A prendere la parola i medici dell’Asl, dal primario Mario Santarelli che ha spiegato le specificità di un ospedale di livello 1, di livello 2, evidenziando le eccellenze che oggi ha il nosocomio reatino e annunciando il rischio per il centro trasfusionale costretto a mandare tutte le sacche a Roma. Anche il Dott. Liberati, Direttore dell’Anatomia patologica, ha denunciato un rischio di declassamento del suo reparto solo per una questione di numeri: “La qualità non la fanno i numeri ma i medici competenti” ha commentato. A supportare la denuncia di un reale rischio di declassamento Enrico Zepponi già primario del Laboratorio analisi, ha concretamente illustrato l’impoverimento del laboratorio che per decreto, diventerà una succursale del San Filippo Neri, con relativo spostamento degli esami a Roma e perdita inevitabile di competenze ed indotto.
“È emerso chiaramente che le preoccupazioni espresse dalle associazioni di volontariato sono giustificate perché la sanità reatina è a rischio declassamento per decreto. Quindi per evitare le conseguenze nefaste del decreto serve immediatamente un altro decreto per difendere lo stato attuale dell’ospedale. Una comunità si è riscoperta unita e compatta per difendere la salute. Stabilite in assemblea le prossime azioni da portare avanti per ottenere la revoca dei decreti che depauperano la sanità, a partire dalla raccolta firme del 25 febbraio presso i centri commerciali della città e le piazze del centro storico” conclude Alcli.
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