(r.l.) Nell’ambito dei controlli anti-bracconaggio sulla Riserva Cervia e Navegna (leggi), i Carabinieri del 16° Nucleo Elicotteri Rieti e i Carabinieri Forestali hanno denunciato un cacciatore per aver messo al collo del proprio cane da caccia un collare che rilascia scariche elettriche, rilasciate attraverso un telecomando, per gestirne gli spostamenti e “costringere”, di fatto, l’animale a obbedire e soprattutto a ritornare una volta allontanato.
LA LEGGE – I Carabinieri hanno ravvisato una violazione, deferendo il cacciatore. Il collare elettrico è al centro del dibattito in termini di utilizzo, in ambito di caccia ma anche addestrativo o come deterrente anti-abbaio. Secondo la Cassazione l’impiego del collare elettrico per fini di addestramento configura l’ipotesi delittuosa di cui all’art. 727 c.p., soprattutto il comma II laddove è prevista una sanzione per coloro i quali detengano gli animali in condizioni incompatibili con la loro natura o tali da arrecare loro gravi sofferenze mentre, invece, l’impiego del collare elettrico con emissioni di scariche antiabbaio configura la diversa ipotesi di maltrattamento di animali, sanzionata dall’art. 544 ter c.p. in quanto detta condotta sottopone il cane a condizioni tali da renderlo soggetto ad insostenibili fatiche che ben potrebbero condurlo all’incrudelimento o comunque a condizioni diametralmente opposte alle sue caratteristiche etologiche.
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