Roberto Lucandri, dipendente della ASL di Rieti, si è ammalato di mesotelioma pleurico dopo aver lavorato per trent’anni come elettricista. Con la sentenza numero 202 del 2019 la corte d’Appello di Roma ha accolto l’appello presentato dai familiari e ha condannato l’Inail a risarcire gli eredi del lavoratore. Quel mesotelioma, secondo i giudici, sarebbe stato causato dall’amianto.
In primo grado, invece, il tribunale di Rieti aveva rigettato le richieste di Lucandri, all’epoca ancora in vita. Stando a quanto ricostruito l’elettricista aveva lavorato insieme al collega Mario Nicoletti, morto anche lui per mesotelioma nel 2016, con materiali che contenevano amianto. “Mio padre ha lavorato per oltre 30 anni come elettricista per la Asl di Rieti, dal 1973 al 2005. Un lavoro che amava e che al tempo stesso lo stancava molto, ma sempre senza lamentarsi. Ogni giorno, durante lo svolgimento delle mansioni lavorative, era costantemente a contatto con l’amianto, ma era totalmente inconsapevole dei rischi di questa sostanza. Ogni giorno respirava le fibre, invisibili agli occhi e di conseguenza lui stesso si è fidato di chi lo ha fatto lavorare in quelle condizioni, senza alcuna precauzione. Ma il pericolo c’era e anche tanto, tanto è vero che gli stessi colleghi, durante l’udienza hanno testimoniato a suo favore, confermando la presenza di amianto all’interno dei materiali che utilizzavano e maneggiavano quotidianamente”, raccontava più di un anno fa la figlia nel corso di un’intervista.
“Finalmente giustizia è fatta, l’INAIL di Rieti ha negato l’origine professionale del mesotelioma di Roberto Lucandri, come per il suo collega, nonostante l’ospedale fosse imbottito di amianto, circostanza incontestabile. Attendiamo ora gli esiti del procedimento penale, ancora in indagine, perché si faccia giustizia anche nei confronti di chi ha esposto questi lavoratori e anche i cittadini che frequentavano l’ospedale di Rieti a polveri e fibre di amianto”, ha dichiarato l’avvocato Ezio Bonanni, legale della famiglia di Lucandri e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Sul libro bianco delle morti di amianto in Italia sono censiti almeno 250 ospedali che presentano problemi di amianto e 374 casi di mesotelioma tra il personale sanitario. “Ma è solo la punta dell’iceberg, poiché ci sono almeno il doppio dei casi di cancro del polmone e centinaia di altre patologie asbesto correlate (asbestosi, placche pleuriche, cancro della laringe, faringe, etc.). Un’emergenza che Ona denuncia da tempo che impone una presa di coscienza e immediate iniziative di bonifica e messa in sicurezza dei siti ancora contaminati”, ha spiegato Bonanni.
Cos’è il mesotelioma? Il mesotelioma è un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio, cioè un tessuto che riveste delle membrane che si trovano sulle pareti interna di torace, addome e cuore. Il mesotelio che riveste il torace si chiama pleura. Nelle diverse regioni italiane, si legge sul sito dell’Airc, si osservano enormi differenze nel numero di casi di mesotelioma, dal momento che questo tumore è associato soprattutto all’esposizione all’amianto. (da Fanpage)
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