Dopo le polemiche sul probabile accorpamento con gli ospedali di Roma dei laboratori di analisi del “San Camillo De Lellis” – (leggi) – si riaccendono i riflettori sulla difficile situazione della sanità reatina. In una lunga nota le sigle del Coordinamento reatino Diritto alla Salute e Politiche Sociali Alcli, Amar, Anmic, Assoc. Partecip-Azione, Cittadinanzattiva e Rieticuore fanno il punto della situazione e attaccano la regione.
“STANNO UCCIDENDO LA SANITÀ REATINA” – “L’ospedale sta per essere assassinato. Già conosciamo l’arma, il D.L: 219/2014. Lo strumento con cui, nel nome (a parole!) della efficienza e del risparmio, si decide l’accorpamento dei servizi sanitari del Lazio, ovviamente a beneficio di Roma e della voracità di sangue degli ospedali romani – esordisce il Coordinamento – L’opera di depistaggio è già sul campo, con le false dichiarazioni rassicuranti dell’assessore d’Amato, ed il consueto gioco delle tre carte tra i politici di turno “che contano”. Non sarà un omicidio cruento, la vittima è già ampiamente fiaccata da anni, soffocata dal progressivo ridimensionamento di tutte le strutture ospedaliere: a due mesi dalla presentazione dell’atto aziendale, ancora non pubblicato, nessun segnale di per il futuro della Chirurgia generale e oncologica, della Senologia dopo la partenza del dott. Anibaldi, né il potenziamento di Ortopedia alla presa con urgenze quotidiane, per non parlare di Fisioterapia ormai ridotta a piccolo servizio dopo la partenza del dott. Pulcini“.
SITUAZIONE GIÀ FIACCATA – “I colpi successivi saranno inferti, successivamente con il trasferimento di larga parte del Laboratorio Analisi, poi toccherà al servizio immunotrasfusionale che non potrà lavorare le sacche di sangue prelevate a Rieti, ed il colpo finale con la mancanza di sangue e conseguente impossibilità di eseguire interventi di chirurgia complessi – proseguono -Tutto questo perché? Non certo il risparmio, né la qualità dei servizi: avremo modo di argomentarlo con un successivo comunicato, al quale si prepari l’Assessore d’Amato a fornire finalmente risposte esaustive. E, per inciso, si prepari anche ad offrire la trasparenza dei processi decisionali sino ad oggi negata (i.e., quali sono i dati della mobilità verso Terni?).
L’ATTACCO – “Se il mandante dell’omicidio, se avverrà, sarà facilmente individuabile nell’Assessore d’Amato e nel Presidente Zingaretti. Non si illudano gli esecutori materiali e larga parte della ignava politica locale, silente ed assente: a partire dai rappresentanti reatini in consiglio regionale, se non porranno in essere atti concreti (non comunicati stampa!!), per arrivare al Comune di Rieti, in particolare il Sindaco come massima autorità sanitaria, che vogliamo a fianco dei cittadini, e la Conferenza dei sindaci di una Provincia che deve decidere se esistere e salvaguardare le eccellenze che già esistono anche nel nostro ospedale grazie ai professionisti sanitari che si impegnano quotidianamente persino per pazienti che scelgono di curarsi a Rieti”.
Foto (archivio): RietiLife ©