Palombini contro il Commissario Farabollini: “Non affronta seriamente il problema dell’ospedale di Amatrice”

Il sindaco di Amatrice Filippo Palombini, con un lungo post su Facebook, si fa sentire sulla ricostruzione dell’ospedale Grifoni e sul potenziamento del Pass sanitario: “Sento voci incontrollate e inesatte sull’ospedale di Amatrice. Facciamo un po’ di chiarezza”, esordisce il sindaco.

IL POST DI PALOMBINI

Primo. La Germania con l’ospedale NON ha voce in capitolo. Lei ha solo detto ‘vi finanzio, se lo fate’. Non ha posto condizioni né come né dove, ma solo che venga fatto.

Secondo. La competenza della sanità è regionale. Lo schema sanitario del Lazio è legge, bella o brutta è loro decisione. I pilastri della sanità nel Lazio si fondano su pochi grandi ospedali (HUB), alcuni ospedali minori (SPOKE) con 300/400 posti letto, e una serie di strutture sanitarie minori dislocate sul territorio che fungono da rete per coprire i bisogni ambulatoriali e per trasportare le persone ai più vicini nosocomi. In questa rete di ambulatori, case della salute e punti di primo intervento, trovano un posto anche i piccoli ospedali di zona disagiata, ovvero ospedali con pochi posti letto ma dotati di servizi di chirurgia e di urgenza che coprono quelle zone di territorio difficilmente raggiungibili. Solo questi ospedali escono dalla logica di convenienza economica, ovvero non sono soggetti alla dura legge dei numeri: se non ci sono utenti e prestazioni sufficienti a renderlo economicamente vantaggioso, si chiude. Solo questi ospedali rispondono alla sola logica di funzionalità: sono necessari perché in zona montana, a rischio sismico e idrogeologico, dove gli ospedali più vicini non sono raggiungibili in una ora (cosiddetta Golden hour). Così allora salvammo il Grifoni dalla chiusura, facendo si che fosse dichiarato come ospedale di zona svantaggiata.

Terzo. Alcune persone o perché non sanno o perché non vogliono dire la verità o peggio, ma per qualcuno è così, per strumentalizzazione politica personale, continuano a prenderci in giro con la chimera di un ospedale di area vasta, un nosocomio interregionale, che non aveva prima del terremoto, non ha ovviamente oggi, e non avrà probabilmente nemmeno in futuro numeri sufficienti per autofinanziarsi, rischiando di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto per la quale né gli amministratori regionali di oggi né quelli di domani potranno mai garantire l’apertura.

Quarto. Il Commissario alla ricostruzione, oltre a non essere amministrativamente competente, di tutto ciò non sa nulla perché ancora non si è informato e non ha approfondito, ma si permette di chiedere la sospensione delle operazioni di gara che sono state faticosamente completate per dare alla comunità il suo ospedale in un tempo ragionevole, prendendo atto di poche centinaia di firme di residenti e senza sapere cosa ne pensano le altre migliaia. Anzi, con le sue posizioni appoggiate da qualche altro personaggio poco lungimirante, sta mettendo in dubbio l’esistenza stessa dell’ospedale!

Io non sono contrario ad un tavolo tecnico, perché io non mi sottraggo mai al confronto. Ma voglio e pretendo serietà, tempi immediati e se si prende una scelta diversa voglio scritto col sangue su un pezzo di carta bollata che l’ospedale si farà e si aprirà a tutti i costi, e si manterrà aperto negli anni. Altrimenti si va avanti così o qualcuno si dovrà prendere le responsabilità personali davanti alla gente.  Nel frattempo continuerò la mia battaglia affrontando il problema del miglioramento del PASS che oggi è l’unico servizio che ci garantisce un presente. E non farò passare inosservato che solo un mese fa la protezione civile e il Commissario hanno dato al Comune di Amendola 2,5 milioni di euro per il miglioramento del loro Pass in attesa della costruzione del nuovo ospedale, e 770 mila euro a Cascia per una strada che raggiunga il Pass provvisorio, senza nemmeno porsi la domanda se anche da noi qualche investimento poteva essere necessario. E questo, secondo voi, significa aver affrontato seriamente il problema del Grifoni? Evidentemente per noi è un destino dover sempre combattere per avere il nostro Ospedale, teniamo alta la guardia se non ci vogliamo rinunciare.

Foto: RietiLife ©

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