Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un bambino reatino affetto da autismo che parla dell’attività di un’associazione reatina, Oltre i muri. A inviarla a RietiLife, è la mamma Elisabetta.
Caro Babbo Natale,
mi chiamo Milo, ho quasi sei anni e abito a Rieti, dove la mia famiglia si è trasferita per garantirmi migliori servizi e terapie adeguate; sono affetto da un disturbo dello spettro autistico, che mi tiene prigioniero dentro il mio corpo e non mi permettere di esternare le mie emozioni, le mie sensazioni, le mie volontà, i miei bisogni ed i miei desideri; in altre parole assorbo tutto, ma restituisco poco o niente!
La scorsa estate ho avuto una bellissima esperienza con l’Associazione “Oltre i Muri”, che si occupa di bambini, ragazzi e, persino, adulti, che, come me, vivono nella loro bolla di sapone, affascinante quanto fragile e delicata. Gli educatori, gli specialisti e gli operatori mi hanno insegnato tante cose, sai?! Ho capito soprattutto che posso farcela, perché, se ho accanto a me persone che sanno penetrare il mio guscio, anche io sono un bambino “normale”! Comunico soltanto in un altro modo ed ho un diverso modo di vedere le cose, spesso a testa in giù!
L’aspetto che mi ha più arricchito, caro Babbo Natale, è stato, tuttavia, che, oltre ai miei simili, di ogni età e di ogni livello di gravità, ho conosciuto tantissimi bambini che questi problemi non ce li hanno, ma che hanno la fortuna di avere genitori educati, sensibili ed attenti all’inclusione sociale, al rispetto, alla collaborazione reciproca, per un futuro ed un mondo migliori!
Adesso, però, tutto questo sembra finito, perché mamma mi ha detto che non abbiamo più un posto dove stare insieme, dove coltivare le nostre relazioni e dove poter sviluppare le nostre autonomie, visto che l’unica struttura che ci avevano messo a disposizione per il centro estivo “La Fabbrica dei Sogni” era la scuola di piazza Tevere, riconsegnata, per forza di cose, a fine estate per le attività didattiche!
A Rieti e nei comuni immediatamente limitrofi, nessuno ha voluto mettere a disposizione un locale per le nostre attività che fosse consono ai bisogni e conforme agli scopi associativi: non chiediamo tanto! Ci servirebbe una specie di appartamento o una piccola scuola dismessa, con tre camere per i nostri laboratori, un bagno, una cucina per imparare a cavarcela da soli ed un giardino, anche piccolo, in cui fare un orticello per imparare a gestirci da soli, assumendoci piccole responsabilità e rivestendo semplici incarichi che diano dignità alle nostre disabilità, non solo di tipo autistico, ed insegnino anche ai “normotipici” a convivere con noi! Io vado all’asilo e ho ancora tanti anni da fare, ma mi chiedo: “Chi ha finito di studiare a scuola, cosa fa tutto il giorno? Gli adulti dico, quelli grandi, come possono continuare ad avere quei servizi che “a 18 anni” non possono più avere? Mica guariscono, sai?!”.
Ti prego, Babbo Natale, tu che esaudisci i desideri dei bambini, per Natale ti chiedo un locale in cui poter continuare a costruire una società giusta, equa, che valorizzi le diversità come un valore aggiunto, che educhi i bambini di oggi ad essere buoni adulti domani!
Mamma ha cercato tanto e, con lei, si sono spese anche tutte le belle persone dell’Associazione: hanno parlato tante volte e scritto tante mail a tanti signori importanti, sindaci, uomini di chiesa e di scuola e hanno tutti promesso di aiutarci… ma nessuno lo fa! Comincio a pensare che non esistano!!! Solo tu puoi aiutarmi, Babbo Natale, perché solo tu esisti davvero e forse sei l’unico che ancora crede nei sogni!!! Noi siamo buoni davvero, perché abbiamo l’anima pura e senza pregiudizi!
Non deludermi anche tu…altrimenti dovrò rivolgermi alla Befana!!!
Milo
Foto: RietiLife ©