I consiglieri comunali della Lega, Andrea Sebastiani e Antonio Boncompagni, hanno presentato un’interrogazione da inserire nel prossimo consiglio comunale con oggetto il “progetto per la realizzazione di Impianto di produzione di biometano da utilizzo biomasse residuali e da frazione organica da raccolta differenziata (FORSU) in area interna nucleo industriale in prossimità quartiere di Vazia. Progetto per la costruzione di impianto a biomassa in località Poggio Fidoni, in prossimità di preesistente impianto fotovoltaico.”
“Premesso – scrivono Antonio Boncompagni e Andrea Sebastiani – che è oramai inderogabile che Codesto Consiglio si occupi degli Impianti a Biomasse e a Biometano al fine di perseguire ogni possibile tutela e misura a salvaguardia tanto della salute pubblica quanto della compatibilità ambientale e urbanistica; Considerato nello specifico che per l’Impianto di produzione di biometano da utilizzo di biomasse residuali e da rifiuto organico (FORSU) – opera che già è stata oggetto di precedente interrogazione comunale – è stata avviata l’istruttoria tecnico amministrativa presso la Regione Lazio per la valutazione di impatto ambientale; si chiede di conoscere i motivi per cui il Settore Urbanistica ha avviato e concluso positivamente (Determina n 1099 del 29 ottobre 2018) una Conferenza dei Servizi ASINCRONA, cioè parallela e diversa da quella in atto alla Regione Lazio per la Valutazione di Impatto Ambientale. A riguardo è evidente il conflitto con il disposto dell’art 24 del Decreto Leg.vo 104/2017 in cui si prevede che laddove un progetto sia sottoposto a valutazione di impatto ambientale di competenza regionale tutti gli atti, autorizzazioni, pareri, etc., devono essere acquisiti nell’ambito di UNA UNICA CONFERENZA DEI SERVIZI convocata in modalità SINCRONA dalla Regione Lazio. Non si capiscono le ragioni di tale iter amministrativo del Settore Urbanistico, tanto più nella particolare contingenza di carenza di personale e a fronte di molteplici tematiche urbanistiche da affrontare. Ciò detto, leggendo i documenti allegati alla determina sopra indicata, è interessante chiedere i motivi per cui i due pareri della ASL di Rieti, dell’11 dicembre 2017 e del 3 ottobre 2018, esibiscono conclusioni diverse. Si agggiunge a motivo di urgente approfondimento quanto dichiarato in data 18 novembre scorso dalla società Enersi Innovation sul Messaggero, articolo che si allega alla presente. E’ di tutta evidenza che la Società prevede di realizzare a tutti gli effetti un Impianto su scala provinciale (si legge nell’articolo “il 70% dei comuni della provincia hanno aderito e hanno fatto manifestazione di interesse di portare l’umido a Rieti”) per il trattamento della frazione organica dei rifiuti. Un fatto obiettivo che colloca il progetto all’interno della GESTIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI e come tale va approfondito in relazione tanto al Piano Provinciale e Regionale dei Rifiuti, quanto alle potenzialità offerte da altri interlocutori presenti nel territorio, Enti locali compresi”.
“Riguardo all’Impianto a biomasse previsto in località Poggio Fidoni, di pochissimo inferiore ai 200 KW, si è appreso che anche in questo caso vi sarebbe stata la formazione del titolo abilitativo attraverso la Procedura Autorizzativa Semplificata (PAS). Al riguardo si chiede di sapere se vi sia consapevolezza che secondo la giurisprudenza amministrativa – e da ultimo invitiamo a considerare la sentenza del TAR LAZIO 7038 del 2018 – la realizzazione di impianti di produzione di energie rinnovabili in zona agricola, comporta un valutazione discrezionale, che è incompatibile con l’automatismo della PAS. I sottoscritti Consiglieri esprimono perciò tutta la loro preoccupazione per tale modo di procedere dell’Ufficio preposto, che rischia di rendere vulnerabile il nostro territorio agricolo, e di renderlo permeabile a iniziative di ogni tipo, precludendo quelle valutazioni discrezionali sull’inserimento degli impianti nella zona agricola che invece è necessario e doveroso svolgere – aggiungono – si chiede inoltre di sapere se si intenda prendere atto che le valutazioni che occorre svolgere per la zona agricola sono quelle previste dalle linee guida ministeriali, che la Regione Lazio ha recepito integralmente e che hanno consentito al TAR Lazio (su ricorso qualche anno fa promosso proprio dal Comune di Rieti) di affermare, ad esempio, che tali impianti non possono essere realizzati nelle zone interne al perimetro del PAI”.
“E chiedono di conoscere come ed in quale modo si intenda porre rimedio per l’impianto di Poggio Fidoni, la cui realizzazione è prevista nelle immediate vicinanze del preesistente impianto fotovoltaico, in contrasto con le linee guida ministeriali, perché è evidente che la coesistenza di due impianti importanti, l’esistente impianto fotovoltaico di notevoli dimensioni e di notevole potenza, ed il probabile, impianto a biomasse, penalizzerebbe l’equilibrio dell’intera area dei Piani di Poggio Fidoni, a vocazione agricola oltre che rappresentare un possibile rischio per la salute per le polveri sottili e ultrasottili delle emissioni da impianto di biomasse, stante i numerosi e recenti studi della comunità scientifica. Si chiede di conoscere i motivi per cui l’Ufficio preposto non ha ritenuto avviare un momento preventivo di discussione ed analisi con i residenti dei Piani di Poggio Fidoni, e con il Consiglio comunale nel pieno rispetto delle linee guida ministeriali” concludono.
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