(di Christian Diociaiuti) “Marco ha seminato la sua vita di gesti buoni. A partire dal suo sguardo limpido e trasparente. Non possiamo pensare che il suo desidero vada perduto per un incidente di percorso. La vita non è circoscritta a un attimo fatale, dietro un cespuglio”. Il vescovo Domenico Pompili, con parole calde, quasi sussurrate, rincuora migliaia di persone ai funerali di Marco Tosti, morto sabato a causa di un incidente di caccia tra Santa Rufina e Cupaello.
MARCO C’È – Il vescovo ne parla al presente, perché Marco c’è ancora. Non aveva neanche 20 anni, tutti vissuti al centro della vita del paese, tra i suoi amici, amatissimo. Col sorriso sulle labbra, “quel sorriso che non dimenticheremo” dice chi lo conosceva, salutandolo. Tutta Santa Rufina, tutta Cittaducale e poi la famiglia, gli amici: lo hanno aspettato in silenzio sotto casa in piazza Nenni (leggi), poi un fiume di gente da lì ha accompagnato il feretro al PalaSport di Santa Rufina per il funerale, celebrato da don Lorenzo Blasetti, don Emanuele Dell’Uomo D’Arme e presieduto dal vescovo. “La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto” ha detto il vescovo citando Fernando Pessoa.
MIGLIAIA – Il funerale è stato celebrato nel campo da basket all’aperto, nella zona degli impianti sportivi di Santa Rufina. Un campetto pieno di gente, dolore e commozione. Le presenze hanno superato le migliaia, difficile fare una stima. In tanti si sono sistemati per seguire le esequie anche intorno al campo: la gente, ma anche i colori della Rufinese, il rosso e il blu, lo striscione dei tifosi del basket e quella sua gigantografia, spostata in fretta da davanti casa al PalaSport. La cornice di un giorno di dolore e commozione. Lo sguardo di Marco, poi, impresso nella maxi foto appesa sul palazzetto, ha osservato tutti dall’inizio della cerimonia, quando la bara sulle note di “Comptine d’une autre étè” di Yann Tiersen (del film Il favoloso mondo di Amélie) è entrata sul campo di gioco, tra i canestri, tra la gente. “Su questo campo abbiamo giocato e scherzato, mangiato, ballato e riso di cuore. Dovevamo trovarci ancora qui per sorridere. Non dovevi lasciarci soli davanti a questo cielo” hanno detto gli amici alla fine del funerale, mentre nel blu si sono alzati palloncini bianchi e tra le musiche è stata scelta anche “River flows in you” con l’amico “Rouge” che ha dedicato al 20enne una canzone inedita e piena d’amore e amicizia, suonata al pianoforte. Al funerale c’erano tutti: gli amici di sempre, ma anche i cacciatori, compagni di una grande passione di Marco, i compagni di studi e i colleghi della Protezione Civile: “Marco è stato sempre al servizio di chi era in stato di necessità” hanno ricordato, leggendo anche il saluto del numero uno della Protezione Civile Regionale, Carmelo Tulumello e il grande cordoglio del mondo delle associazioni reatino e non solo.
“I TUOI BOSCHI” – Toccanti le parole scritte dalla famiglia a Marco. La mamma, il papà, il fratello: “Se potessimo farti rinascere sceglieremmo le montagne e i boschi che tanto amavi. Amavi la vita, noi, la tua ragazza (Adele, ndr), gli amici e gli animali. E il tuo paese, eri protagonista di tanti eventi e manifestazioni. Eri e sarai per sempre lo spirito di tutti noi”. La famiglia Tosti ha ringraziato tutti per la vicinanza: “Chi per primo è intervenuto, chi ci è stato vicino fino a notte, le associazioni e le istituzioni. Tutti coloro che hanno reso unico, nel dolore, questo momento. Da oggi nulla sarà come prima”. “Da quando ci ha lasciato Marco – ha detto don Emanuele Dell’Uomo D’Arme – il cielo e Santa Rufina non sono gli stessi. Il primo si è impreziosito, noi ci siamo impoveriti. Ma ora siamo più famiglia, vi saremo vicini – dice ai familiari – anche Marco veglierà su di voi dal cielo. Ciao Marco, non è un addio ma un arrivederci in cielo. Aspettaci col tuo sorriso”.
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