In questi giorni i militari delle Stazioni Carabinieri Forestale di Montebuono, Contigliano, Poggio Mirteto e Soriano nel Cimino hanno portato a termine un’importante operazione di contrasto alla pesca di frodo sul fiume Tevere a confine tra le province di Rieti e Viterbo. L’attività ha consentito di sequestrare decine di “nasse” (un antico attrezzo da pesca conosciuta anche come “martavello”, costituita da cerchi collegati tra loro da una rete in plastica o metallica aperta su una estremità a costituire un imbuto, per cui il pesce entra e non può più uscire) presenti nelle acque del fiume Tevere a poca distanza dalla riva. Gli attrezzi da pesca erano stati abusivamente posizionati sia in sponda destra che in sponda sinistra del fiume nel tratto che scorre nel territorio del Comune di Magliano Sabina, in località Frangellini e Campitelli.
Non senza difficoltà e con la collaborazione di alcuni “pesca-sportivi” locali, che hanno messo a disposizione dei Carabinieri della Specialità Forestale le loro imbarcazioni, dimostrando un alto senso civico e spirito di collaborazione con le Istituzioni, ma anche una spiccata sensibilità per la tutela delle specie ittiche e della conservazione degli habitat fluviali, è stato possibile portare a terra decine di “nasse”, al cui interno erano rimasti intrappolati centinaia di pesci (subito liberati) appartenenti alle specie carpa (Cyprinus carpio), siluro (Silurus glanis), cavedano (Squalius cephalus) e barbo (Barbus barbus), quantificabili in diversi quintali. Alcuni esemplari di carpa e di siluro pesavano anche tra i 10 e i 20 chilogrammi.
Gli strumenti da pesca sono stati posti sotto sequestro e consegnati al Comune di Magliano Sabina ai fine della confisca dei medesimi. L’attività di contrasto ai reati sia di natura amministrativa che penale in merito alla pesca di frodo nelle acque scorrenti e lacustri del territorio della provincia di Rieti è uno degli obiettivi di tutela del territorio da parte dei Carabinieri Forestali.
Foto: Carabinieri Forestali ©