“Ma a noi, che ce piace lavorà, sempre, ce può piacè il reddito di cittadinanza?!”. È il post su fb di Paolo Trancassini, sindaco di Leonessa e deputato FdI per celebrare la Sagra della Patata che in questo 2018 è arrivata all’edizione numero 29. Un post eloquente per criticare il cavallo di battaglia grillino ed esaltare il lavoro dei tanti volontari – tra cui il primo cittadino – che danno vita alla sagra ormai da un trentennio.
Un video lo ritrae condire un vassoio colmo di gnocchi al castrato, una delle quattro pietanze che migliaia di visitatori, da Rieti, ma anche da Roma e dall’Umbria, in questo weekend e in particolare in questa domenica, hanno potuto assaggiare nella tradizionale manifestazione che anima piazza VII Aprile a Leonessa.
Un successo, quello della sagra della Patata, ormai consolidato e replicato anche quest’anno: in tantissimi hanno affollato il cuore di Leonessa per assaggiare gli gnocchi al tartufo, quelli al castrato, le patatine fritte e quelle “rescallate”. Espositori da tutta Italia, poi, hanno colorato Corso San Giuseppe e la piazza, ma anche la via principale d’accesso al paese, all’ombra della Porta Spoletina.
Grande afflusso di persone favorito anche dalla tempo favorevole, già da sabato. Leonessa che si rialza dal sisma con uno degli eventi più amati e che ha risonanza non solo nel Centro Italia ma in tutta la Penisola.
Foto: RietiLife ©
Perché PETATA?
Per chi ama la verità documentata e non crede alle chiacchiere di paese, sappia che non difendo solo la sagra originale, ma l’operato, anzi il progetto della Proloco di Leonessa dalla mistificazione e da chi si nutre di ingratitudine. Certo non come Ivo Pulcini (chi mi conosce sa che non perdo tempo per le sciocchezze, avendo impegni ben più prestigiosi), ma difendo, per principio, l’operato di un’istituzione, la Proloco appunto, che è distinta da quella comunale (e quindi non mi rivolgo all’amministrazione comunale) e la difendo come Primo Presidente della stessa, come peraltro ho fatto vittoriosamente, in tribunale, per farla riconoscere ufficialmente, a garanzia di una scelta unanime, una delibera dell’assemblea , che ha voluto una Sagra e a Leonessa non ce n’erano altre in quel momento. La scelta, dopo ampia discussione (le proposte erano diverse, come per esempio la sagra degli strascinati), all’unanimità, nel primo semestre del 1990, fu a favore della PETATA, nome umile dialettale, ma tipico e unico Leonessano, come lo stesso prodotto e la stessa sagra (La sagra della patata è comune a molte città!). Senza intenzione di offendere nessuno, difendo e difenderò fino alla nausea, senza mai stancarmi, la democrazia e la scelta intelligente fatta sul prodotto e sul nome, che trionfa orgoglioso sul manifesto della Prima sagra e del quale sono stato e sono garante con la mia firma. Nessuno volle il nome patata, troppo comune, ma l’orgoglio contadino della nostra terra scelse:” PETATA LEONESSANA, AROSTA, LESSA E RESCALLATA”. Ricordo anche che il Duo di Pikke le ha dedicato una canzone allegra e piacevole: “La Petata de Leonessa”. Anche questa è stata accantonata, come la documentazione, fornita peraltro dalla Rai, presente già alla prima sagra, che non trova posto, udite! udite!, sul sito ufficiale della Proloco. Ripeto: non è una questione personale, ma la difesa democratica della volonta’ popolare e della verità storica inconfutabile, che, a quanto pare, da alcuni viene invocata solo quando fa comodo. Buona SAGRA della PETATA (quella vera, unica e inconfondibile voluta dalla Proloco) a tutti!