Il Comune e la Pro Loco di Poggio Moiano, in collaborazione con il Progetto Sprar Sabina, gestito ed attuato dall’Unione dei Comuni Alta Sabina e dalla Cooperativa Sociale Il Gabbiano, promuovono una serata all’insegna dell’intercultura, per domani, 24 agosto, a partire dalle ore 20, presso i giardini pubblici.
“Una serata che vuole assemblare diversi elementi e aspetti derivanti da culture diverse tra loro per mostrare in che modo essi si mescolino, si trasformino e a quale rielaborazione vengano sottoposti mentre passano nello spazio e nel tempo, di generazione in generazione, per luoghi e per genti. La musica, la danza e il cibo saranno i protagonisti della serata” dicono gli organizzatori.
La musica araba rappresentata da Marwan Samer, un apprezzato musicista tunisino, considerato un genio del liuto arabo, detto oud, dall’arabo “al ud”, che vuol dire legno, un antico strumento a corde, attribuito secondo la leggenda a Lamak, nipote di Adamo ed Eva, che ha trovato diffusione in tutto il territorio islamico, dall’Andalusia all’Iraq. Questo strumento ha cambiato forma e materiali, mantenendo, però, sempre intatta la sua capacità di rappresentare la musica araba.
La danza, invece, sarà rappresentata in una duplice forma. Attraverso lo spettacolo di danza del ventre, offerto dalle Lune d’Oriente, sarà possibile entrare in contatto con una forma di danza primitiva, antichissima, nata in un contesto altamente religioso, fatta dalle donne per le donne, in rituali legati alla fertilità, trasformatasi, con il tempo e le diverse influenze storiche e geografiche subite, nella contemporaneità in una danza sensuale, rivolta maggiormente ad un pubblico maschile. L’altro spettacolo, invece, vedrà coinvolti i giovani beneficiari del progetto Sprar Sabina in una danza tradizionale curda, collettiva che esprime l’urgenza di un popolo perseguitato di restare unito ancorandosi a quelle tradizioni che rendono evidente e netta la loro appartenenza culturale.
I sapori condurranno verso gli usi culinari provenienti da paesi lontani, ma che in questo contesto saranno il collante della serata, in cui il cibo è da sempre per tutti un momento di grande condivisione e incontro. Doner kebab e baklava cucinati dai ragazzi del Kurdistan ospiti del Progetto SPRAR Sabina, Kubide, un kebab di carne accompagnato da riso di origine iraniana proposto e rielaborato dai ragazzi afghani presenti nel progetto, a dimostrare quanto anche la cucina sia il risultato di combinazioni tra elementi culturali diversi.
In occasione di questa serata le donne della Cooperativa il Gabbiano indosseranno il Bunad, un abito della tradizione popolare norvegese, derivante da un grembiule che non avendo il punto vita segnato, veniva legato con nastri. Realizzato con stoffa nera e decorato a mano, ognuno diverso, poiché artigianale e quindi unico. Oggi è tornato in voga e viene usato durante cerimonie pubbliche e festività particolari. “Crediamo fortemente che dietro tutto ci sia sempre una storia fatta di spostamenti, di migrazioni, di lavoro, di integrazione, di comunità che si inseriscono dentro ad altre” – ha dichiarato Daniela Franchi, Presidente della Cooperativa Sociale Il Gabbiano, che ha proseguito spiegando: “questi vestiti sono tipicamente norvegesi, ma cuciti a mano da donne afghane, e ci sono arrivati in dono dalla famiglia di uno dei beneficiari del Progetto Sabina. Abbiamo accolto con orgoglio questo dono, cogliendovi un forte segnale a testimonianza di una interculturalità, in cui la società che accoglie deve promuove costantemente occasioni di conoscenza, di scambio e valorizzazione delle alterità culturali”.
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