Viadotti, ponti, dighe e grandi infrastrutture in genere. Quel che è accaduto a Genova e al ponte Morandi ha riacceso la domanda di prevenzione e sicurezza anche nel Reatino, dove non mancano opere viarie (e non) sulle quali c’è richiesta d’attenzione. Diverse le segnalazioni arrivate a RietiLife, l’ultima stamattina: riguarda il Ponte Giovanni XXIII (leggi).
Ma è inevitabile che, dopo le tragiche immagini dalla Liguria, oltre al ponte tra viale Matteucci e via Sassetti, la mente torni ad altre grandi opere del nostro territorio e al loro stato di salute.
A cominciare dalle più emblematiche, le dighe del Salto e del Turano, che già nel periodo del sisma del 2016 e del 2017 erano state oggetto d’attenzione (leggi) e che continuano a esserlo ogni qual volta ci sia un evento sismico degno di nota – quelli superiori al 4 grado – nel circondario.
E che dire del viadotto di Leonessa, dei ponti e viadotti sulla Rieti-Torano e delle altre numerose opere del Reatino? Come stanno a livello strutturale e di degrado dei materiali, chi le controlla e ogni quanto? Risposte che qualcuno deve pur dare.
Sul sistema viadotti, ponti e infrastrutture “delicate”, oggi si è fatto una domanda pure il consigliere regionale ed ex sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi: “In questi giorni – scrive Pirozzi, consigliere regionale, Presidente della XII Commissione (Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione) del Consiglio regionale del Lazio, ed ex sindaco di Amatrice – come sempre succede dopo una tragedia, sento tutti parlare di “prevenzione”. Ma la prevenzione non è uno spot da lanciare nei momenti dell’emergenza, è un lavoro da fare tutti i giorni, silenziosamente e costantemente. Un lavoro che il nostro Paese non è abituato a fare. Basti pensare al rapporto Ispra pubblicato il mese scorso sul dissesto idrogeologico: in molte regioni, tra cui il Lazio, l’ultimo aggiornamento è del 2007… cosa che ho denunciato ma che, salvo qualche quotidiano locale, è passata sotto silenzio. Aspettiamo l’ennesimo disastro e altre decine o centinaia di morti perché diventi di interesse pubblico? Stesso discorso vale per il rischio sismico: nel Lazio, dove l’ultima legge sulla prevenzione risale al 1985 (!), in meno di 2 mesi abbiamo realizzato un progetto di legge – che fra le altre cose prevede mappe aggiornate, convenzioni con le università per la progettazione, interventi di adeguamento sismico – e che dimostra che se si lavora, le soluzioni ci sono. È una questione di sensibilità. Capisco che la prevenzione non porta voti, ma di certo salva vite. La prevenzione evita le tragedie. Proprio per questo oggi stesso chiederò alla Regione Lazio il rapporto sul monitoraggio dei ponti e delle concessioni nella nostra regione. Sempre che ce ne sia uno aggiornato agli ultimi 10 anni… E con la mia Commissione, mi metterò subito al lavoro per intervenire».
Nella foto, la diga del turano in un’immagine di marzo 2018
Foto: RietiLife ©