E’ arrivato l’ ok da parte della presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento di Protezione civile per la firma di un protocollo di intesa tra Dipartimento, Rilab e Comune di Rieti, che prevede l’installazione di nuove stazioni accelerometriche per il monitoraggio sismico, da aggiungere alle tre già esistenti, che faranno di Rieti comune pilota a livello nazionale nel monitoraggio di dettaglio e nella prevenzione, nonché fiore all’occhiello della rete accelerometrica italiana.
La richiesta era stata presentata in un incontro, tenutosi lo scorso 22 settembre 2017 a Roma, nella sede della Protezione Civile, in cui erano presenti il prof. Antonio Spadoni e l‘ing Mariangela Stramacchia in rappresentanza del Rilab Rieti, il geologo Matteo Carrozzoni consigliere del Rilab e del Comune di Rieti, mentre per il Dipartimento di Protezione Civile erano presenti l’ing Nicoletti dirigente, la d.ssa Filippi e la d.ssa De Nardis entrambe fisiche e la d.ssa Zambonelli geologo.
Di seguito la lettera di accettazione da parte del Dipartimento di Protezione Civile, ufficio attività tecnico scientifiche per la previsione e prevenzione dei rischi, datata 10 agosto 2018:
OGGETTO: Richiesta di convenzione per la realizzazione e la gestione di una “mini rete sismica di rilevamento”.
Con riferimento alla nota allegata DPC Prot. E. n.35871 del 18 giugno 2018 con la quale si chiede la collaborazione per la realizzazione e la gestione di una rete accelerometrica locale nella valle di Rieti, si rappresenta quanto segue: Il Dipartimento della Protezione Civile detiene e gestisce la Rete Accelerometrica Nazionale (abbr. RAN) dal 1997. Oggi essa conta 573 stazioni di misura digitali, distribuite su tutto il territorio nazionale, prevalentemente in aree urbane a pericolosità sismica medio-alta.
I dati registrati dalle stazioni della rete sono trasmessi dalle stesse stazioni al centro di acquisizione, elaborazione ed archiviazione dati della rete (abbr. CAED-RAN) che si trova presso la sede del Dipartimento di via Vitorchiano in Roma.
Pochi minuti dopo il verificarsi di un terremoto di magnitudo uguale o superiore a 2.5 i dati registrati dalla RAN, così come i risultati delle elaborazioni degli stessi sono resi disponibili al pubblico sul sito del Dipartimento http://ran.protezionecivile.it.
Su questo sito, ad esempio, è possibile visualizzare la mappa di scuotimento al suolo in termini di accelerazione: per ogni punto di misura, cioè ogni stazione, viene indicato il valore massimo di accelerazione registrato.
Queste informazioni sono utili per valutare possibili conseguenze del terremoto e quindi per prendere decisioni sulla necessità o meno di attivare procedure di emergenza e per l’eventuale coordinamento dei soccorsi.
Le stesse informazioni a medio-lungo termine sono invece fondamentali per la valutazione, prevenzione e mitigazione del rischio sismico e ad esempio sono utilizzate per l’aggiornamento delle mappe di pericolosità sismica del territorio nazionale e delle norme tecniche di costruzione.
Attualmente la RAN monitora più di 550 comuni italiani con almeno una stazione accelerometrica e dal 1997 ad oggi il DPC ha realizzato 372 stazioni. Considerando che l’Italia conta più di 8000 Comuni, è evidente che senza un maggiore coinvolgimento in questo progetto di monitoraggio del territorio nazionale dei governi regionali e delle amministrazioni locali, il Dipartimento non potrà provvedere, in tempi brevi, al monitoraggio accelerometrico di tutti i comuni italiani.
Oggi, nel caso in cui si verifichi un forte terremoto, il valore di accelerazione al suolo nei Comuni non monitorati viene stimato in base a leggi empiriche che possono però non essere del tutto rappresentative dello scuotimento reale prodotto dall’evento sismico.
Pertanto, la mancanza di dati strumentali registrati in un comune, specialmente se il comune si dovesse trovare in area epicentrale, potrebbe determinare la non disponibilità di informazioni importanti per la fase decisionale in emergenza. Tali informazioni potrebbero anche essere molto importanti per la ricostruzione post-terremoto se consideriamo il caso in cui il dato registrato dimostri che le norme tecniche di costruzione vigenti non siano adeguate, non cautelative, per l’area in cui si è verificato l’evento sismico.
Una più ampia partecipazione dei comuni italiani al progetto RAN, anche attraverso le associazioni di volontariato di protezione civile, potrebbe rendere più rapida l’attuazione del monitoraggio accelerometrico delle aree urbane del territorio nazionale. Questa collaborazione potrebbe inoltre sicuramente contribuire anche al rafforzamento del Servizio Nazionale di protezione civile, alla promozione sul territorio della conoscenza a favore di una maggiore consapevolezza del rischio sismico e di una maggiore resilienza.
Per quanto sopra esposto, questo Ufficio riconosce il valore dell’iniziativa dell’Associazione RILAB che prevede la realizzazione di una rete accelerometrica locale. Reti i locali di questo tipo sono già incluse nella rete RAN e sono state realizzate nei comuni di L’Aquila, Sulmona e San Giuliano di Puglia al fine di monitorare possibili differenti risposte di sì sito. Si rappresenta, pertanto, la disponibilità di questo Ufficio a collaborare all’iniziativa proposta tramite la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra il Dipartimento della Protezione Civile, Rilab, la V^ Comunità Montana Montepiano Reatino ed il Comune di Rieti.
IL CAPO DEL DIPARTIMENTO
Angelo Borrelli
Foto: Comune ©