«Le speculazioni sono tutte uguali. E colgo l’occasione di vedere il Presidente Zingaretti in aula per portare alla sua attenzione un fatto grave. Come ho già denunciato, nella Legge di stabilità 2017 c’è un norma che vorrebbe obbligare i comuni all’esproprio dei terreni dove oggi sorgono i Sae (soluzioni abitative di emergenza). Scrissi al Commissario Paola De Micheli fin da subito (a gennaio 2018) per ribadirle la nostra ferma opposizione, ma la nostra voce è evidentemente caduta nel vuoto. Lei Presidente sa benissimo che avevamo fatto un patto Stato-cittadini che presupponeva l’occupazione temporanea e il contratto d’affitto di questi terreni. Ora, con una lettera del 20 giugno, si cambiano le carte in tavola e si chiede di dare attuazione a quanto scritto nella Legge di stabilità. E nel decreto terremoto attualmente in discussione alla Camera, non è stato posto un freno a questa cosa. Nessun accenno. Dobbiamo togliere la possibilità alle future amministrazione di questi territori, al 95% a destinazione agricola, di riconvertirli a edificabili, evitando così future deturpazioni. Il Presidente conosce benissimo, perché abbiamo lavorato fianco a fianco per mesi, la spiccata vocazione turistica e ambientale dei comuni come Amatrice (siamo in un parco nazionale), il turismo, così come l’obbligo di ricostruire le abitazioni che c’erano prima. E lo ribadisco anche in questa sede, non accetteremo nessun esproprio né speculazioni.
Ho parlato con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che si è impegnato a inserire almeno nel prossimo decreto, la facoltà – e non l’obbligo – per i comuni di acquisire i terreni.
Faccio presente a chi non ha avuto la sfortuna di venire ad Amatrice, che solo il nostro comune ha oltre 530 case provvisorie. L’acquisizione al patrimonio tramite esproprio significa tra l’altro caricare i comuni di tantissime case, facendo passare un messaggio sbagliato: che non si ricostruisce più! Quelle opere sono provvisorie, e i terreni devono tornare nella disponibilità dei proprietari ripristinando lo stato dei luoghi com’erano prima che venissero installati i Sae. Altrimenti si rischia, ribadisco, fra 8-9 anni, che in questi territori inizi una speculazione. E di questo noi proprio non abbiamo bisogno.
L’impegno che le chiedo, Presidente Zingaretti deve essere questo. Fermare questa cosa. Altrimenti quando si tradisce un patto con i cittadini, si porta le persone a non credere più a niente. Io mi auguro e aspetto una presa di posizione forte dal Presidente e sono convinto di avere l’appoggio dell’intera assise».
Questo l’intervento di Sergio Pirozzi in aula durante la discussione per l’approvazione del piano del Parco naturale dell’Appia Antica. Pirozzi è consigliere regionale, Presidente della XII Commissione (Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione) del Consiglio regionale del Lazio, ed ex sindaco di Amatrice.
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