La processione di Sant’Antonio 2018 rientra a San Francesco. Queste le parole pronunciate dal vescovo in chiesa al rientro.
“Che sarà mai questo bambino?” (Lc 1, 66). E’ questa la domanda che serpeggia dinanzi all’imprevedibile nascita di Giovanni il Battista. Non sto facendo confusione. E’ che oggi è il 24 giugno, cioè la solennità di san Giovanni il Battista, che prevale perfino sulla domenica. Accanto a Maria, Giovanni il Battista, è il solo santo di cui si ricorda non solo il giorno della morte, ma anche quello della nascita, in perfetto parallelismo con Gesù. Ed è proprio questo legame tra i due che ha portato alla scelta del 24 giugno: se la chiesa ricorda la nascita di Gesù il 25 dicembre, non può che ricordare quella di Giovanni al 24 giugno essendo essa avvenuta – come attesta l’evangelista Luca – sei mesi prima. Il parallelismo contiene però anche un simbolo, almeno nel bacino del Mediterraneo dove la fede cristiana si è originata. Se il 25 dicembre, solstizio d’inverno, è la festa del sole vincitore, per cui le giornate cominciano lentamente ad allungarsi; il 24 giugno, solstizio d’estate, è il giorno in cui il sole comincia a calare e le giornate ad accorciarsi. Proprio come è avvenuto nel rapporto del Battista con Gesù, secondo le parole dello stesso Giovanni: ”Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,30). Per quanto possa sembrare strano accade proprio così!
Di qui una legge paradossale, ma inconfutabile: per crescere bisogna diminuire. Vuoi che cresca il benessere di tutti? Bisogna che diminuisca l’interesse di qualcuno. Vuoi che crescano i figli? Bisogna che diminuiscano le “infantiliole” dei genitori. Vuoi che cresca l’armonia nella coppia? Bisogna che diminuisca la ricerca di se stessi. Ma anche alla Città si potrebbe applicare la legge in questione. Vuoi che Rieti cresca economicamente? Bisogna che diminuiscano quelli che mettono le risorse sotto il materasso. Vuoi che Rieti cresca culturalmente? Bisogna che diminuiscano quelli che siamo l’ombelico e perdono l’orizzonte. Vuoi che Rieti cresca spiritualmente? Bisogna che diminuiscano quelli che la fede è solo un vestito per le grandi occasioni, non la vita di ogni giorno.
Sant’Antonio – ci siamo finalmente – è qui davanti a noi e mostra il bambino Gesù. Quel bambino è destinato a crescere e a diventare l’uomo che riporta Dio in mezzo al mondo. Ma bisogna farGli spazio e lasciarlo sviluppare. Ci vuole che io diminuisca, io rimpicciolisca, io mi autolimiti. Lo abbiamo compreso a livello del cibo. Se vogliamo evitare di ingrassare e di appesantire il nostro fisico dobbiamo limitarci, evitare, imparare a scegliere. E’ difficile dirlo in un momento di grave crisi economica: non le cose che si accumulano ci salveranno. Ma soltanto la capacità di fare spazio agli altri perché possano crescere. “Egli deve crescere e io diminuire”. Sant’Antonio lo ha capito ed è vissuto facendo spazio a Dio e perciò divenendo un riferimento per tutti. Grazie per averci fatto comprendere la vera legge della vita.
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