(di Paolo Giomi) Quella di domani, venerdì 4 maggio 2018, inaugurazione del nuovo campo sportivo comunale (leggi) alla presenza del Ministro dello Sport Luca Lotti, sarà probabilmente l’ultima apparizione istituzionale di Sergio Pirozzi in qualità di sindaco di Amatrice. A seguire, infatti, verrà formalizzato il “decadimento” dell’ormai ex primo cittadino del borgo distrutto dal terremoto del 2016, che lascerà l’incarico al vice Filippo Palombini. Un avvicendamento già ratificato, nei giorni scorsi, dal consiglio comunale amatriciano, che in questo modo potrà proseguire la sua attività istituzionale fino a naturale scadenza di mandato, prevista nella primavera 2019. Così facendo si eviterà al borgo lo scioglimento dell’assise, e il conseguente commissariamento con relative elezioni anticipate.
La scelta di Pirozzi è nata dall’incompatibilità con il ruolo di consigliere regionale conquistato alle elezioni del 4 marzo scorso; ruolo che lui stesso ha detto di voler portare avanti. “Ma rivendico quanto fatto in questi mesi e in questi anni – ha detto Pirozzi – a cominciare dalla scelta di puntare tutto sulla scuola e sui luoghi di aggregazione e di socialità, senza i quali Amatrice non sarebbe mai ripartita”.
Eletto sindaco nell’estate del 2009, Pirozzi viene poi riconfermato nel maggio del 2014 con il 56,03% dei consensi. Prima della tragedia è stato il sindaco della grande battaglia per l’ospedale “Francesco Grifoni” di Amatrice, con tanto di minaccia di referendum scissionista per l’uscita dal Lazio e l’annessione alle Marche, il leader dell’associazione dei Comuni dimenticati, la cui missione è la tutela e la valorizzazione dei piccoli borghi e della loro storia; è stato punto di riferimento per i tanti Comuni della Valle del Velino, il “sindaco-allenatore”, considerato l’autentico “numero uno” tra tutta la categoria in provincia di Rieti, con fortune sportive che vanno dal Lazio alle Marche.
Poi, il 24 agosto del 2016, tutto cambia: e da quel giorno, da quella fatidica frase, “Amatrice non c’è più”, pronunciata in diretta su Radio Uno poco dopo le 4 del mattino, è stato, è e sarà sempre il sindaco del terremoto, il volto in primo piano durante tutta l’emergenza, l’avvio della ricostruzione, le visite istituzionali arrivate da tutto il mondo. E’ al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell’allora Premier Matteo Renzi ai funerali di stato per le 249 vittime che solo ad Amatrice hanno perso la vita nel terremoto del 24 agosto – “funerali che”, ricorderà poi lo stesso Pirozzi mesi dopo, “si sono svolti ad Amatrice solo perché mi sono impuntato contro la decisione iniziale di svolgere la funzione a Rieti -, è al fianco di Papa Francesco, del Premier Canadese Justin Trudeau, del Principe Carlo d’Inghilterra, e delle tante, tantissime autorità nazionali ed internazionali che si recano in visita ad Amatrice; viene ricevuto in Germania dalla Cancelliera Angela Merkel, che stanzierà i fondi per la ricostruzione dell’Ospedale Grifoni, e a Bergamo dalla Curva dell’Atalanta Calcio, in quel legame con il mondo del calcio che neanche la tragedia del sisma è riuscita a dissolvere.
Ed è al fianco del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, con il quale, un anno e mezzo dopo quella tragica notte del 24 agosto 2016, intraprenderà la contesa elettorale per la presidenza della Regione, conclusa con la vittoria, seppure non totale, del primo, e con il 4,89% conquistato dal secondo. Un risultato che consente a Pirozzi di entrare in consiglio regionale, e quindi di non poter più svolgere contemporaneamente il ruolo da sindaco di Amatrice.
“Continuerò a battermi per casa mia – ha detto ancora Pirozzi – estendendo le mie battaglie anche fuori della provincia di Rieti, in tutti quei territori del Lazio, soprattutto le province, che molto spesso vengono dimenticati e lasciati indietro”.
A fare le veci di “sindaco pro-tempore” sarà Filippo Palombini, che a sua volta è stato nominato vicesindaco di Amatrice in vece di Patrizia Catenacci, storico braccio destro di Pirozzi, chiamata professionalmente fuori regione. A lui, ora, il compito di guidare e vigilare sulle operazioni di ricostruzione. Ancora ben lontane dall’essere terminate.
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