(r.l.) Aveva appena vent’anni la prima volta. Oggi ne ha 33. Matteo Dionisi è una leggenda del Rieti calcio. Dopo il trionfo odierno, infatti, è l’unico giocatore a potersi fregiare di aver portato la squadra tra i professionisti per ben due volte. Nel giro di tredici anni lo ha fatto sotto la guida di Sergio Pirozzi e poi con Carmine Parlato. Prima da ragazzo, da under, e poi da senatore. Ma sempre da reatino: un record in tutto e per tutto.
Inevitabile la dedica a mamma Nadia, scomparsa proprio durante questa stagione sportiva, a ottobre. Le aveva dedicato il gol contro il San Teodoro e oggi può dedicarle il traguardo più bello la Serie C. “Mando un bacio lassù e dedico questa vittoria alle mie donne che mi sopportano a casa”, ha detto. Nella foto, abbraccia la compagna Claudia e la figlia Selvaggia.
Dionisi è un’istituzione in Serie D: oltre al bis col Rieti ha vinto anche a Padova e Pordenone. Con i neroverdi (con quella promozione sono arrivati a giocare pure a San Siro contro l’Inter), ha messo in bacheca non solo il titolo di Serie D, ma anche lo Scudetto dilettanti, vinto nella poule 2013-2014. E solo qualche giorno fa hanno gioito, insieme, della promozione in B del Padova: “Felice di aver contribuito in parte al traguardo dei biancoscudati” ha detto Matteo. Vero feticcio di Parlato, Matteo lo ha seguito ovunque, anche l’anno scorso a Rovigo, dove in finale playoff si è arreso solo in finale, con un gol dell’Imolese all’ultimo.
Un’amarezza già cancellata. Oggi Matteo festeggia con il suo Rieti: nella speranza che degli amarantocelesti tra i pro sia uno dei perni.
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