(di Paolo Giomi) Una medaglia a due facce, come forse è stata sin dal giorno in cui sono cominciate le attività di ricostruzione. Si presenta così, a 20 mesi esatti dal terremoto che ha distrutto il Centro Italia, il territorio del Comune di Amatrice.
Che se da una parte mostra un centro storico quasi “lunare”, con la stragrande maggioranza delle macerie già rimosse, e una ferita immensa a squarciare il verde rigoglioso dei Monti della Laga, dall’altra, nelle frazioni, sembra quasi voler dire che il tempo si è fermato a quella notte, alle 3 e 36 di quel tragico 24 agosto 2016: lì, nonostante i villaggetti Sae realizzati e abitati, nonostante il ripristino (in alcuni tratti solo parziale) della viabilità, e delle condizioni minime di sopravvivenza, le macerie del sisma sono praticamente tutte ancora al loro posto, tra la gente che, con tanta fatica, tenta di rimettere insieme i pezzi della vita di prima.
E qui, qualora fosse possibile, la ferita è ancora più grande, come un’istantanea onnipresente della immane tragedia che ha cambiato per sempre la vita di tutta la provincia di Rieti (e non solo). Molto è stato fatto, in questi 20 mesi. Ma molto, ed è davvero tanto, resta ancora da fare.
Le operazioni si sono svolte sotto il controllo del personale di Esercito Italiano e Arma dei Carabinieri, che si ringraziano per la collaborazione.
Foto: Giomi /RietiLife ©