È arrivato a Rieti in punta di piedi tre anni fa, nell’estate più difficile e incerta della storia amarantoceleste. Si è calato perfettamente nella parte “sposando” un progetto, quello del presidente Curci, che oggi a distanza di tempo da quell’ormai famoso 17 agosto del 2015, potrebbe ripagare lui e tutti coloro che sono saliti sul carro – all’epoca con le gomme sgonfie – degli sforzi fatti incondizionatamente: stiamo parlando di Fabrizio Tirelli, capitano inossidabile di un Rieti deciso più che mai a scrivere un’altra importante pagina della sua ultra 80enaria storia, faro del centrocampo di Paris ieri, di Parlato oggi, che nel giorno del suo 28esimo compleanno, riavvolge il nastro, torna indietro nel tempo, ma poi velocemente riparte dalla sfida di domenica col Monterosi, chiedendo sostegno e partecipazione ad una tifoseria che ormai lo riconosce e lo intende come il simbolo del Rieti moderno.
Capitano, innanzitutto buon compleanno! Il primo regalo lo hai ricevuto martedì dalla tua Roma: il prossimo che speri di scartare qual è?
“Grazie degli auguri! Sì, il primo regalo me l’ha fatto la Roma: ancora non ci credo, quello che è successo martedì all’Olimpico ha dell’incredibile, ma ti dimostra quanto sia bello ed imprevedibile questo sport. Il prossimo regalo spero di scartarlo insieme a tutta la squadra e sapete a cosa mi riferisco ma per una cosa mia non voglio dire niente”.
Terza stagione in amarantoceleste, un trend in crescendo. Se dovessi dare un voto complessivo alla tua esperienza reatina come la valuteresti?
“Si questo è il terzo anno in amarantoceleste e tutto procede in maniera progressiva. Se solo ripenso a come siamo partiti tre anni fa e dove siamo adesso, non posso che essere contento, ma la strada da fare per chiudere questo meraviglioso cerchio è ancora lunga”.
Rieti e il calcio, un rapporto tiepido da sempre: cosa serve per far scoccare la definitiva scintilla a tuo avviso?
“Penso che poco a poco la gente si stia avvicinando al calcio, servirebbe ancora di più la vicinanza delle istituzioni cittadine e una sinergia con il presidente Curci che sono tre anni che mette anima e corpo per questo progetto, secondo me la scintilla sarebbe il raggiungimento del professionismo”.
Domenica arriva il Monterosi, lo scorso anno sfida da vertice, oggi obiettivi opposti. Come ci arriva il Rieti a questo derby?
“Si domenica il Monterosi: sarà un derby, quindi una partita difficile, le ultime sono sempre le più insidiose perché le possibilità di fare punti si riducono a poco, il Rieti ci arriva carico come sempre e consapevole dell’obiettivo che si sta giocando”
In città c’è fermento, i tifosi sognano il massimo traguardo, mancano ancora 4 partite. Cosa ti senti di dire loro?
“Innanzitutto li aspettiamo sempre più numerosi allo stadio, serve anche il loro aiuto per centrare l’obiettivo, mi sento di dirgli che manca davvero l’ultimo sforzo e noi come loro vogliamo vincere questo campionato”.
Foto: RietiLife ©