(di Paolo Giomi) C’è un nuovo progetto di realizzazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti organici – con la conseguente produzione di biogas – in terra Sabina. Stavolta però, a differenza di quanto è accaduto e accade con il contestatissimo progetto dell’impianto di Ponzano Romano – la contesa è tutta in terra reatina, e coinvolge in primis il Comune di Salisano, dove dovrebbe sorgere la centrale, e a seguire una vasta fetta di territorio, che comprende una ventina di comuni e circa 30mila persone.
E’ questa, infatti, la portata del progetto che la IV Comunità Montana Sabina, presieduta dal sindaco di Casperia Stefano Petrocchi, sta studiando in collaborazione con ricercatori, tecnici ed esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Progetto che, secondo quanto riferito in un incontro pubblico che si è tenuto sabato 7 aprile, dovrebbe sorgere nel Comune di Salisano, e precisamente in località La Rocca, nei locali dell’ex mattatoio. E’ quella l’area individuata per la realizzazione di un impianto che, allo stato attuale delle cose, sarebbe destinato a trattare i rifiuti provenienti dalle tre Unioni dei Comuni del territorio (Bassa Sabina: Cantalupo, Forano, Montopoli, Poggio Mirteto, Tarano, Stimigliano e Salisano; Nova Sabina: Casperia, Montebuono, Roccantica, Poggio Catino, Selci, Collevecchio e Magliano; Val D’Aia: Configni, Vacone, Montasola, Cottanello), per un totale di circa 32mila utenze, che dovrebbero produrre all’incirca 1500 tonnellate all’anno di “Frazione Organica di Rifiuto Solido Urbano” (Forsu), sia in fase aerobica e in fase anaerobica, con conseguente produzione di compost e di biogas, che per combustione alimenterà l’impianto stesso, con una potenza pari a 5 Kw.
Sono questi i numeri allo studio del comitato tecnico presieduto dalla Comunità Montana, che per realizzare l’impianto ha chiesto alla Regione Lazio un finanziamento da oltre 900mila euro, aggiudicandosi un bando di gara ad hoc. Va detto, per dovere di cronaca, che rispetto ai numeri ventilati attorno alla centrale di Ponzano Romano, l’impianto di Salisano si presenta come una struttura di dimensioni assai più contenute rispetto a quello pianificato dalla Sogliano Ambiente. Un impianto che, per voce del presidente della Comunità Montana, Stefano Petrocchi, avrebbe “un impatto pressoché nullo sul territorio, date le sue dimensioni”. Non solo. Con l’incontro di sabato mattina la Comunità Montana ha aperto un percorso di condivisione con il territorio, al contrario di quanto accaduto a Ponzano Romano. Il tavolo tecnico ha assicurato che il progetto è ancora alla sua fase embrionale, e che non una decisione sarà presa senza prima averla resa pubblica, in un’ottica di condivisione con la cittadinanza.
Ciò nonostante non sono mancate polemiche e protese già al primo incontro; diversi i cittadini che hanno manifestato contrarietà all’iniziativa, a partire dalle associazioni ambientaliste presenti all’incontro, per arrivare al costituendo comitato civico “No Compost Salisano”, che annuncia battaglia, al pari degli altri gruppi civici già impegnati sul fronte di Ponzano Romano. Si prevede battaglia, dunque, anche attorno all’impianto di località La Mola, che sale su un percorso ad ostacoli ancor prima di nascere.
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