“Prendiamo atto, non senza amarezza e rabbia, della sentenza del Tar Lazio che ha sancito l’illegittimità della delibera sulla ricognizione delle società partecipate dal Comune di Rieti, nella parte in cui l’Ente ha manifestato la volontà di mantenere la partecipazione in Sogea Spa, nonostante fossimo in presenza, con la costituzione di Aps Spa, di un gestore unitario per il servizio idrico integrato per l’intera Provincia di Rieti e parte della Sabina Romana”. Lo dicono i consiglieri comunali della Lega-Salvini Premier, Andrea Sebastiani, Onorina Domeniconi e Antonio Boncompagni. “Segue la condanna del Comune di Rieti a pagare le spese processuali quantificate in poco più di mille euro che si vanno ad aggiungere ai 9 mila euro da pagare al professionista esterno incaricato e ai 7 mila che pagheremo all’Avv. Lettera per la difesa dell’Ente dinanzi al Tar”.
“Un contenzioso che si poteva benissimo evitare – sostengono i consiglieri della Lega – se solo si fosse usata maggiore cautela prima di licenziare un documento evidentemente superficiale e maldestramente confezionato da chi non ha avuto neanche l’accortezza di accertarsi, attraverso una semplice visura camerale, delle partecipazioni possedute dal Comune di Rieti. Sarebbe stato forse sufficiente prestare attenzione alle note indirizzate in data 21 dicembre e 28 dicembre 2017 dagli odierni scriventi al Sig. Presidente del Consiglio Comunale, al Sig. Sindaco ed ai colleghi consiglieri, con la quale ben si evidenziavano tutte le criticità che, oggi, la sentenza ha riconosciuto e condannato.
“Nessun lavoro di qualità superiore, dunque, rispetto al passato, quando erano gli stessi dipendenti comunali a redigere tale delibera, essendo in grado gli uffici di provvedervi in piena autonomia, senza, evidentemente, ulteriore aggravio di spese. Doveroso a questo punto individuare le responsabilità, amministrative e politiche, che hanno visto il Comune soccombere di fronte ad un soggetto, Aps Spa, legittimato dalla legge a gestire il servizio idrico per conto di ATO3″.
“Confidiamo, in conclusione, che la buona politica si riappropri del proprio ruolo evitando ulteriori ed inutili scenari giudiziari (leggi Consiglio di Stato) e che da oggi si inizi davvero a lavorare per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti in campagna elettorale e che rappresentano la nostra carta d’identità”.
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