Una lunga lettera inviata al Premier, alla politica nazionale e locale, alla stampa, al mondo dell’associazionismo imprenditoriale. L’hanno scritta i lavoratori Solsonica e GalaTech.
Il caso “surreale” di Solsonica e Gala Tech (dai lavoratori Gala Tech)
Purtroppo, un’azienda italiana che chiude per crisi e licenzia i lavoratori non fa più notizia. Ma parlando di GalaTech il discorso è diverso, per gli aspetti anomali del caso.
La storia:
Solsonica s.p.a. era un’azienda leader nella produzione di celle e moduli fotovoltaici; a seguito di una profonda crisi legata all’andamento del mercato delle rinnovabili, nel 2015 licenzia 124 lavoratori e cede il passo a GALA s.p.a., promettente società romana che vende energia e prodotti green, si occupa di progettazione, efficientamento energetico, ecc.
GALA s.p.a., preferita dalla politica rispetto ad altri investitori, nel 2015 firma al MISE un accordo per il rilancio del sito della Solsonica di RIETI, impegnandosi a riassorbire i lavoratori licenziati entro il 2017 e acquisendo l’azienda, ovvero il capannone, gli impianti, i macchinari e 30 lavoratori (ingegneri, tecnici e amministrativi) addetti alla ripartenza delle operazioni produttive.
GALA assume i 30 lavoratori facendosi carico del debito del TFR che Solsonica ha nei confronti degli stessi; di conseguenza, non eroga la cifra corrispondente al totale del debito verso i lavoratori. Si può, quindi, dire che i soldi che i lavoratori hanno accantonato per decenni sono nello stabilimento, quindi effettivamente nella proprietà di GALA.
GALA crea diverse società controllate, tra queste: GALA Power s.r.l., proprietaria del capannone (e dei 2 impianti fotovoltaici realizzati da Solsonica sul tetto del capannone) con “0” lavoratori; GALA Tech s.r.l., con capitale sociale di 20000 euro, proprietaria dei macchinari con 30 lavoratori ex-Solsonica; acquisisce, inoltre, PROXHIMA per produrre batterie a flusso di vanadio, con capitale sociale pari a 1.085.000 euro, con “0” dipendenti.
Per due anni, le attività di sviluppo del prodotto vengono svolte dai dipendenti di GALA Tech.
Veniamo ad oggi:
GALA non ce la fa; il piano industriale rimane sulla carta, i 124 lavoratori restano fuori e a loro si aggiungono i 30 (attualmente 23) che saranno licenziati a Febbraio 2018. Questi ultimi non ricevono lo stipendio e non hanno alcun sostegno al reddito da 4 mesi. Inoltre, il loro TFR materialmente non c’è più. A GALA, attualmente in concordato liquidatorio, resterà lo stabilimento di GALA Power da vendere e PROXHIMA, con il prodotto realizzato e funzionante. Ai lavoratori di GALA Tech resterà il credito che, se non liquidato dall’azienda, sarà solo parzialmente coperto dal fondo di garanzia INPS, ovvero dallo Stato.
Se quanto descritto sopra vi sembra “normale”, continuate a leggere:
il proprietario di GALA s.p.a. è Filippo Tortoriello, Presidente di Unindustria Lazio dal 2016. Egli si distingue per le sue qualità manageriali ed etiche, parla di rinnovabili, di industria 4.0 e presenta libri di ecclesiastici, ma quando si tratta di discutere della sua industria Gala Tech in chiusura, evita accuratamente di incontrare parti sociali e istituzioni. Lui, che rappresenta gli imprenditori di un’intera Regione, si può permettere di non far pagare lo stipendio a 23 famiglie per 4 mesi ed oltre, di licenziare, chiudere ed eventualmente accollare le competenze dovute allo Stato. Lo Stato che (parole sue) non è una mucca da mungere.
Questo è il Presidente degli Industriali del Lazio. Se tutti gli imprenditori associati seguono questo esempio…
dai Lavoratori GALA Tech in procedura di licenziamento
Foto: RietiLife ©