“I lavoratori Gala Tech, da tre mesi senza alcun tipo di sostentamento e a tre settimane dall’avvio della procedura di licenziamento collettivo intrapreso unilateralmente dall’azienda, denunciano il “silenzio assordante” delle Istituzioni locali, tutte, di fronte all’aggravarsi della situazione ma, soprattutto, di fronte al comportamento dei rappresentanti aziendali”: lo scrivono gli stessi lavoratori.
“Lo scorso 13 dicembre l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Lucia Valente, ha richiesto un incontro con la proprietà di GalaTech nelle figure dell’ing. Filippo Tortoriello (quale presidente di Gala spa) e dell’amministratore Marco Randazzo. Questo i lavoratori hanno appreso dalla stampa ed agli stessi risulta, però, che entrambi non hanno ritenuto opportuno presentarsi di fronte all’assessore regionale scegliendo di delegare persone di loro fiducia. Eppure l’ing. Tortoriello – che, è bene ricordarlo, di Unindustria Lazio è presidente con delega allo sviluppo (?) dei territori – in quegli stessi giorni ha visitato Cittareale per accendere un albero di Natale. Iniziativa sicuramente meritoria ma sarebbe stato assai più bello che un albero di Natale fosse stato acceso anche a Colle Puzzaro dove, invece, sono state lasciate intere famiglie senza né stipendio né alcun tipo di ammortizzatore sociale” aggiungono i lavoratori.
“I lavoratori, d’altro canto, non possono che ringraziare nuovamente tutti coloro che stanno operando per trovare una soluzione al “caso Gala Tech”. Da quegli stessi soggetti, però ci si attende una presa d’atto dello scorretto comportamento della proprietà aziendale che, disertando gli incontri ed evitando di fornire risposte, continua ad offendere i lavoratori, il territorio reatino e le Istituzioni che lo stesso rappresentano – dicono – Tutto ciò non può essere accettato. Infine, si ritiene opportuno evidenziare che nella conta dei “danni” subìti ci sono da annoverare anche 50 lavoratori ex-Solsonica, con la mobilità scaduta, che dovrebbero ricevere l’erogazione della mobilità in deroga, ma a causa di lungaggini burocratiche si ritrovano senza alcuna forma di sostegno al reddito e nessuna speranza di tornare al loro posto di lavoro”.
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