Palazzo Potenziani, inaugurata la mostra su Antonino Calcagnadoro e Giuseppe Ferrari

Aperta nel weekend la mostra permanente della Fondazione Varrone.  “Le opere di maestri reatini  rimarranno per sempre patrimonio di Rieti, evitandone la dispersione. Calcagnadoro è Rieti”, commenta la Presidente Cari. L’evento attraversa i 25 anni della Fondazione; dal Palazzo sede, alla Sala mostre, alla copiosa collezione di opere.

“Abbiamo donato 33 milioni al territorio, ringrazio tutti i Presidenti che si sono succeduti, ma il valore della Fondazione va oltre gli uomini, è nello statuto e negli scopi, utilità sociale e sviluppo del territorio”. Speciale visita guidata ai presenti da parte del noto curatore. Orari di massima apertura natalizia. Nel week end appena trascorso, la pioggia non ha impedito ai numerosi visitatori (quasi 200 persone) di partecipare al taglio del nastro della prima Mostra permanente promossa dalla Fondazione Varrone in occasione del 25 esimo anniversario dell’istituzione delle Fondazioni di origine bancaria in Italia.

Nello storico Palazzo Potenziani, alla presenza delle autorità cittadine (tra cui il Vescovo Domenico Pompili, il Sindaco Antonio Cicchetti, l’assessore alla cultura Gianfranco Formichetti, il consigliere regionale Daniele Mitolo, l’onorevole Oreste Pastorelli, il Questore Antonio Mannoni, il direttore dell’Archivio di Stato Roberto Lorenzetti), il nuovo Presidente della Fondazione  Varrone Mariella Cari ha tagliato il nastro, inaugurando la Collezione d’arte della Fondazione Varrone, comprensiva di circa 100 opere, che custodiscono una copiosa raccolta antologica di Antonino Calcagnadoro e una parte dedicata a Giuseppe Ferrari.

Alcuni passaggi del discorso di apertura del Presidente Cari alla presenza di tutti gli organi della Fondazione e di una numerosa platea. “La Fondazione  Varrone, che nasce con la riforma Amato del 1992 delle Casse di Risparmio, di cui la Fondazione porta ancora la denominazione rappresentandone la continuità storica, in questi 25 anni è cresciuta molto nel patrimonio, nell’organizzazione e nelle attività.

Abbiamo erogato 33 milioni di euro nei vari settori d’ intervento: dal sociale alla cultura, dallo sviluppo locale alla sanità e volontariato. Voglio ringraziare per i brillanti risultati raggiunti, tutti gli uomini e le donne hanno dato il proprio contributo nel corso degli anni. Anche questo evento attraversa i 25 anni della Fondazione, ad iniziare dalla location, Palazzo Potenziani diventato sede della Fondazione a fine anni novanta sotto la guida del Presidente Edoardo Antonicoli; l’elegante Sala mostre frutto dell’operosità del vulcanico Presidente Innocenzo de Sanctis di cui porto i saluti ed infine l’acquisto della copiosa collezione d’arte, merito del caro Presidente Antonio Valentini.

Riconoscendo il contributo di tutti, vorrei però ribadire che la Fondazione vive di energia propria e prescinde dagli amministratori di ieri, oggi e domani. La barra di comando è lo Statuto, le disposizioni sempre dritte verso un unico obiettivo di utilità sociale e sviluppo del territorio.

E anche la mostra è in quest’ottica. Abbiamo voluto assicurare a questa città un cospicuo numero di opere del Calcagnadoro e Ferrari, maestri d’arte della provincia reatina, evitando la diaspora di opere in persone che non si sarebbero potute riconoscere nei paesaggi, negli scorci del nostro territorio, perché Calcagnadoro è Rieti ed è presente non solo nelle nostre sale, ma nel foyer del Teatro, negli affreschi della sala consiliare, rappresentando una continuità ideale e storica.

Troverete anche nella Collezione un continuum tra  i paesaggi del Calcagnadoro e il paesaggio reale che dal Palazzo si può fruire. L’intento è quello di sviluppare ed arricchire questa Collezione, non ci fermiamo noi e non si fermeranno qui gli amministratori di domani. Noi abbiamo aperto la mostra e l’ auspicio è che anche Rieti si apra alla mostra e non solo. Speriamo che questa operazione culturale , di alto valore conservativo, artistico ed identitario, possa richiamare anche visitatori da fuori provincia”.

Il curatore Claudio Spadoni, allievo di Francesco Arcangeli, già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, membro di numerosi comitati scientifici, critico di numerose riviste specializzate,  ha portato i numerosi presenti  nel percorso tematico allestito in mostra, entrando  dentro l’animo dell’artista così amato in provincia, facendone scoprire la vasta e poliedrica attività di cui ancora molti aspetti sono inediti e sorprendenti.

Foto: RietiLife ©

 

 

 

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