Segnalazione da parte di una lettrice sul parcheggio a pagamento dell’ospedale. Scriveteci su facebook e a [email protected]
“Questa mattina verso le 12.30 sono stata in ospedale e ho parcheggiato la macchina nel parcheggio diventato da poco a pagamento. Alle 13.50 torno al parcheggio, pago, ma quando sono davanti alla sbarra per uscire non si apre! C’è la ragazza che controlla il parcheggio, che mi si avvicina dicendomi in modo molto maleducato ‘Se non paghi non esci’.
Ovviamente le faccio vedere il biglietto dell’avvenuto pagamento e lei, sempre in modo maleducato, mi dice di farmi indietro e mettere la macchina vicino alle macchinette per il pagamento. Mi fa riprovare a inserire la targa ma ovviamente dice parcheggio gratuito in quanto avevo pagato 5 minuti prima. La cosa è degenerata in pochi secondi, perché con me altre due auto non sono riuscite ad uscire tra cui un signore, con la figlia in sala parto, che doveva uscire urgentemente per prendere delle cose alla paziente e tornare in ospedale.
Insomma, nessuno di noi riesce ad uscire, la sbarra è bloccata; ovviamente c’è una chiave di sicurezza, che però avevano lasciato all’edicola, chiusa. Sono state fatte varie telefonate per far sbloccare la sbarra, ma niente: non riescono ad aprirla! Passano 20 minuti e niente, siamo ancora tutti bloccati! Ore 14.15, chiamo il 113 e mi dicono che chiameranno loro l’assistenza: aspettiamo ancora e finalmente alle 14.20 viene recuperata la chiave. Quindi dopo mezz’ora bloccati nel parcheggio, con la signora che nonostante fosse in torto si è posta in modo maleducato, riusciamo ad uscire dal parcheggio!
Non mi lamento del problema della sbarra, perché ovviamente può succedere, ma di come è stata gestita la cosa e soprattutto della maleducazione del personale addetto al controllo del parcheggio. Dico solo che una volta riuscita ad aprire la sbarra, la signora ci ha urlato contro di andarcene velocemente e che non ci avrebbe voluto più vedere. Credo che il parcheggio meriti di rimanere vuoto, magari torna un po’ di educazione”.
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