(dal Corriere della Sera – Virginia Piccolillo) La «botta» riapre ferite e risveglia ricordi mentre sulle casette arriva la neve e il termometro scende sotto lo zero. Ha lasciato il segno il ritorno del terremoto ad Amatrice. E ieri, in tutti i paesini, la scossa delle 00.34, era argomento unico.
«Un danno enorme. Non per le case e i muri. Ma psicologico. Perché rigetta nello sconforto anche chi tornava a sperare», spiega il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
Paura. Sfiducia. Speranze affievolite. Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, ieri era al cimitero di Amatrice, per benedire i 235 i loculi donati dalla diocesi, in cui far riposare i morti, attualmente in bare all’aperto, e ha raccolto lo sfogo di molti.
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Foto: RietiLife ©