(dal Corriere della Sera Roma) Si va dal sostegno pieno al passo in avanti di Sergio Pirozzi – autolanciatosi per la Regione Lazio con una lista civica- da parte dei «sovranisti» Gianni Alemanno e Francesco Storace, al «la partita è ancora aperta» che filtra dall’entourage di Matteo Salvini nel ribadire un’opera di ricucitura in corso per evitare che il centrodestra, presentandosi disunito, offra sponde facili ai candidati di Pd e M5S.
Perché, nonostante una mai celata simpatia di fondo, quella di Silvio Berlusconi sul sindaco di Amatrice sembra proprio una bocciatura: «Non ho mai incontrato Pirozzi, non conosco i suoi programmi e non mi sento di esprimere una valutazione su di lui – ha detto il Cavaliere a Qn -. Governare una regione come il Lazio è un impegno molto complesso: credo che le forze politiche del centrodestra dovranno ragionare insieme su una figura di alto profilo». Quindi andare oltre alla discesa in campo del sindaco di Amatrice con la sua «lista dello scarpone»:il personaggio piaceva, ma tempi e modi dell’autocandidatura non sono piaciuti per niente.
Da qui l’identikit: un profilo di spessore, «non necessariamente proveniente dal mondo politico», come spiega il capogruppo di FI al Senato, Paolo Romani, ma in grado di competere contro l’attuale presidente dem Nicola Zingaretti, contro la grillina di ferro molto legata al territorio come Roberta Lombardi e, a questo punto, anche contro lo stesso Pirozzi, radici in FdI, il partito di Giorgia Meloni, però in corsa da candidato civico senza l’appoggio del centrodestra unito.
E, soprattutto, una figura che sia in grado di fare da contraltare all’amministrazione 5 Stelle di Roma Capitale, questo forse il senso dell’aggettivo «complesso» usato da Berlusconi per descrivere l’obbligo di non sbagliare una scelta delicatissima, determinante per arginare la crescita del Movimento. In questo senso il ballottaggio di Ostia può essere la chiave, una verifica sulla tenuta della coalizione: se Monica Picca, candidata FdI sostenuta anche da FI e Lega, riuscirà a battere la grillina Giuliana Di Pillo, l’indicazione sarà chiara anche per il Lazio.
Fatto sta che i profili del centrodestra per le regionali del Lazio, così come quelli per le altre regioni al voto (anche Lombardia, Molise, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e, nell’autunno del 2018, Trentino Alto Adige e Basilicata) sono ancora sotto esame da parte della coalizione che «alle prossime elezioni sarà unita, avremo un programma unitario e dei leader riconosciuti», dice il capogruppo FI alla Camera, Renato Brunetta, dopo aver bocciato Pirozzi: «Ce ne sono altre cinquanta di candidature di qualità, deve decidere il centrodestra unito». Tutte le ipotesi per le regionali (Friuli, Lombardia, Lazio e Molise) saranno valutate nella commissione la cui regia sarà affidata al forzista Altero Matteoli che dovrà trovare la sintesi.
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