(pa.gio.) Una commissione speciale composta dall’intero consiglio comunale, per valutare le eventuali conseguenze, in termini di impatto ambientale e non solo, della centrale a biogas che Sogliano Ambiente vuole realizzare nel vicino territorio di Ponzano Romano. Ed agire di conseguenza, con il supporto di tecnici e studiosi della materia. È questa la proposta, approvata all’unanimità che il consiglio comunale di Sant’Oreste – dirimpettaio di Ponzano Romano – ha resto operativa, recependo l’input della sindaca Valentina Pini, la prima a muoversi sulla vicenda dopo le preoccupazioni sollevate nelle settimane scorse da un territorio vastissimo, che dalla Sabina tiberina entra fin dentro la provincia di Rieti, coinvolgendo anche la fascia dei Comuni che vanno da Collevecchio a Cantalupo, passando per Forano e Stimigliano. Dove l’opinione pubblica si è letteralmente divisa sulla proposta, avanzata dall’azienda di Sogliano, e accolta dal comune di Ponzano Romano, di realizzare una centrale a biogas nei pressi dell’ex impianto della Romana Calcestruzzi. Che sarebbe la seconda a diventare operativa sul territorio, dopo quella già presente non molto lontano, sempre a Ponzano Romano.
“A fronte della recente delibera del Comune di Ponzano, che approva la realizzazione di un impianto per la produzione di ‘compost di qualità e biometano’, nell’area di località Brecceto, contigua al territorio di Sant’Oreste – si legge nella delibera varata dal consiglio comunale di Sant’Oreste – il consiglio si è espresso favorevolmente, all’unanimità, sulla proposta del sindaco, di nominare una commissione speciale, composta da tutti i consiglieri comunali e da tecnici specializzati in materia, con il compito di verificare, a tutela del diritto all’ambiente e alla salute pubblica se, e a quale rischio sarebbero esposti i residenti di Sant’Oreste e delle attività economiche ivi localizzate, quando l’impianto stesso dovesse entrare in funzione. Tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza hanno convenuto con il sindaco sull’opportunità di chiarire, con tecnici qualificati, quali conseguenze porterebbe per il nostro territorio il trasporto, lo stoccaggio e la ‘lavorazione’ di rifiuti organici provenienti, presumibilmente, da tutta la provincia di Roma, compresa Roma stessa, avendo la centrale (che occupa un’area di ben 6 ettari) una portata di 100mila tonnellate. Noi, che amiamo la nostra terra e che temiamo per la sua e la nostra salute, non possiamo rimanere ad attendere, magari fino a quando sarà troppo tardi per intervenire, eventuali, possibili, disastrose conseguenze sulla salute pubblica, sull’ambiente e, perché no anche sulle attività commerciali di cui attendiamo da tempo un solido incremento, per il benessere sociale di tutti gli abitanti del nostro territorio”.
“Del progetto temiamo l’impatto ambientale dovuto alle sue dimensioni – aggiunge la sindaca di Sant’Oreste, Valentina Pini – la commissione avrà lo scopo di studiare tutte le eventuali fonti di inquinamento che al progetto potrebbero essere legate ed in base ai risultati ci darà la possibilità di intraprendere qualsiasi tipi azione atta a fermare il verificarsi di tale problema. La valle del Tevere è l’identità del nostro territorio e per questo la difenderemo al meglio”.
E Sant’Oreste potrebbe non essere l’unico territorio a mobilitarsi in materia. Secondo quanto appreso, infatti, sarebbe previsto per domani un summit anche a Fiano Romano, dove il sindaco Ottorino Ferilli avrebbe convocato i suoi per analizzare la situazione.
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