A fine anno ricorre il 30° anniversario della morte di Bixio Cherubini, poeta, paroliere e musicista, famosissimo nella metà del 20° secolo; nato a Leonessa ha frequentato le scuole superiori a Rieti, prima che il padre, docente universitario, si trasferisse a Roma e che lui finiti gli studi, appena diciottenne si arruolasse come pilota volontario nella 2° guerra mondiale.
IL RICORDO DI GALAFRO CONTI
Quando il 14 Dicembre 1987 morì a Milano Luigi Cairoli Bixio Cherubini, (questo è il nome completo) poeta, compositore e paroliere tra i più importanti nel periodo a cavallo della 2^ guerra mondiale, pochissimi sapevano che era nato a Leonessa il 27 Marzo 1899 e che qui aveva trascorso la fanciullezza e l’adolescenza ed aveva frequentato le scuole superiori a Rieti prima di arruolarsi come pilota volontario nella 1^ guerra mondiale.
Saputa la notizia, a Leonessa ci siamo subito attivati per promuovere una degna manifestazione in occasione dell’anniversario della sua morte: con il supporto della RAI fu organizzato un grande concerto al teatro Flavio Vespasiano di Rieti, al quale parteciparono i più grandi interpreti delle sue canzoni: Nilla Pizzi, Carla Boni, Giorgio Consolini e Gino Latilla; il consiglio comunale di Leonessa deliberò di intitolare a Bixio Cherubini il largo difronte porta Spoletina e pose una targa nella facciata del fabbricato, dove nacque, sito in via San Francesco.
Il nostro compositore portò sempre con sè il ricordo ed il sentimento del paese natio che descrive in molte sue canzoni, create insieme al musicista Cesare Andrea Bixio: Se vuoi goder la vita torna al tuo paesello, che è assai più bello della città… (Se vuoi goder la vita); Ritorneremo ancor sui nostri monti… berremo l’acqua viva delle fonti … (Campane di Montenevoso); Si va sulla montagna dove la neve il volto ci abbronzerà …. (Lo sciatore); Quando in ogni paesello l’inverno viene e la neve il suo mantello distende.….(Lo spazzacamino); Portami in sogno verso la patria mia, portale un cuor che muore di nostalgia ( Miniera ); ecc., ecc., ecc… Un elemento ricorrente nelle canzoni di Bixio Cherubini sono: le rondini e lui era affascinato dalla loro libertà e dal ricordo di quelle che aveva lasciato a Leonessa.
Sarebbe riduttivo dilungarsi sulla figura umana e professionale di Bixio Cherubini, ma permettetemi di ricordare la canzone Mamma, una delle più note al mondo, cantata da Beniamino Gigli e vincitrice nel 1956 della 1^ Canzonissima; la canzone Vola colomba, che vinse il festival di Sanremo nel 1952, cantata da Nilla Pizzi, e le canzoni Campanaro, cantata da Nilla Pizzi e Teddy Reno, ed Il torrente, cantata da Claudio Villa e Tullio Pane, le quali si classificarono seconde al festival di Sanremo rispettivamente nel 1953 e nel 1955.
Nel fare una ricerca sul compositore leonessano mi sono imbattuto nel nome: Bruno Cherubini, che inizialmente ho pensato fosse un errore di trascrizione rispetto a Bixio Cherubini. Con sorpresa ho dovuto constatare invece che si trattava proprio di Bruno Cherubini, fratello maggiore di Bixio, nato a Leonessa nel 1897 e morto a Roma nel 1947, anche lui noto poeta e paroliere, che firmava le sue canzoni con lo pseudonimo C. Bruno (iniziale del cognome puntato ed il nome), forse per non creare confusione con il suo più noto fratello.
Bruno Cherubini (C. Bruno) nelle sue canzoni seguì soprattutto il filone regionale, a quel tempo molto seguito ed incoraggiato dal regime, e collegandosi professionalmente al noto musicista Eldo Di Lazzaro diede vita a canzoni di grande successo quali: Chitarra romana, Reginella campagnola, Il valzer della fisarmonica, La porti un bacione a Firenze, Rumba capricciosa, Amapola, Cavallino spagnolo, Sbarazzina, La canzone dell’usignolo, Siciliana bruna, Pastorella abruzzese e tante altre.
Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della morte del grande Bixio Cherubini ed il settantesimo anniversario della morte di Bruno Cherubini, avvenuta a soli cinquanta anni; questi due leonessani, che hanno lasciato il segno nella canzone italiana della metà del ventesimo secolo, risultando anche precursori rispetto ai successivi filoni musicali, meritano di essere degnamente ricordati non solo dentro le ristrette mura di Leonessa, cercando anche di non confonderli tra di loro.
Foto: Galafro Conti ©