“Giunti ormai nell’imminenza dell’apertura della caccia al cinghiale in braccata, i cacciatori si svegliano con un amara sorpresa: a tre giorni da tale apertura è arrivata alle associazioni venatorie una comunicazione da parte dell’Atc 2 che la caccia al cinghiale in braccata, prevista dal calendario venatorio regionale per domenica 1° ottobre non avrà luogo in quanto non è pervenuta a tale Atc2 la validazione delle zone da assegnare alle squadre di caccia” Lo scrive il vicepresidente Enalcaccia, Filiberto Buldini.
“Tale decisione oltretutto a ridosso di un incontro di qualche giorno fa tra il Comune e le associazioni degli agricoltori in cui si discuteva proprio a tal proposito dell’emergenza cinghiali e dei danni da loro causati. L’Enalcaccia provinciale Rieti – aggiunge Buldini – si fa portavoce in questo caso del malumore dei suoi associati, aggravato oltretutto dal fatto che l’ambito di caccia della provincia Atc Rieti 1, aprirà regolarmente a tale forma di caccia. L’associazione rende inoltre a sollecitare chi di competenza per la soluzione del problema e dare la possibilità di svolgere il loro hobby, come previsto tra l’altro dal calendario venatorio senza lacci e lacciuoli ledendo il diritto dei cacciatori”.
“Si deve a malincuore registrare – scrive un’altra associazione, Italcaccia-Italpesca, tramite il presidente Vincenzo Ricci – che l’attività venatoria alla specie cinghiale nel territorio dell’Atc Ri2 non avrà inizio, come negli altri Atc laziali, ma è stata rinviata a data da destinarsi. La cosa, ovviamente, non è passata inosservata alle migliaia di cacciatori reatini che, seppur tolleranti, stanno manifestando democraticamente, ma con vigore, il loro disappunto minacciando manifestazioni e sollecitazioni varie spingendo le associazioni venatorie ad agire verso quello che considerano essere un sopruso. Pertanto, in nome e per conto dell’Associazione che provincialmente rappresento – dice Ricci – chiedo e diffido i destinatari in indirizzo (Atc, Regione e Ada, ndr), ognuno per la propria parte, di adoperarsi per risolvere l’increscioso problema. Considerato l’imminente avvio della caccia al cinghiale nella Regione Lazio, nonché la gravità ed urgenza di quanto rivendicato con la presente ulteriore lettera, in caso di mancato positivo riscontro ed adempimento alla stessa entro brevissimo tempo, si procederà ad intraprendere azioni, anche in via cautelare, a tutela dei propri soci e dei cacciatori tutti”.
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