Lunga lLettera aperta di alcuni sindaci in merito al posizionamento dell’Ospedale Grifoni di Amatrice
Abbiamo molto riflettuto se scrivere o meno una lettera aperta a proposito dell’Ospedale Grifoni.
La riflessione è stata dettata dal delicato momento che sta vivendo il nostro territorio: ci siamo chiesti se il nostro intervento avrebbe potuto, in qualche modo, essere letto in chiave politica; cosa che non desideriamo assolutamente.
Ma ci siamo convinti che l’Ospedale, e la sua collocazione, siano temi che non possono essere trattati in maniera personalistica e/o individualistica: perché l’ospedale è la struttura che si prende cura della salute di tutti.
In questi mesi abbiamo ascoltato tanti virtuosi ragionamenti circa l’anteposizione del “noi” rispetto all'”io”, nonché sulla grande solidarietà ricevuta da tutti gli Italiani e sul generoso contributo della Germania per la ricostruzione dell’ospedale. Ora è il momento di dimostrare che quella solidarietà segue un principio di condivisione e reciprocità: come Sindaci è nostro preciso dovere pensare alle istanze di un territorio e ad una struttura come il Grifoni che, per definizione, è al servizio di una comunità, che comprende cittadini di tre Regioni (Lazio, Abruzzo e Marche).
Il nostro obiettivo deve quindi essere una programmazione territoriale, che generi uno sviluppo armonico delle nostre zone. Quindi è chiaro che dobbiamo tutti impegnarci per ricostruire l’ospedale Grifoni: in fretta ma con lungimiranza, valutandone al meglio i contenuti ed il posizionamento nel contesto territoriale. È dunque opportuno riflettere attentamente sull’opportunità di posizionare la nuova struttura ospedaliera lungo la Strada Statale 4 Salaria, nella zona di Torrita, Comune di Amatrice: la raggiungibilità dell’Ospedale nei casi di urgenza, potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte delle persone; tra l’altro si avvicinerebbe l’ospedale a tutte le principali arterie stradali del territorio.
Non dimentichiamoci che il nostro ospedale, nel vecchio sito, è stato da noi tutti difeso con fermezza di fronte alle ripetute proposte di chiusura, dovute agli scarsi numero di pazienti raggiunti: l’ospedale di tutto il territorio è stato difeso da tutto il territorio, con ogni mezzo.
Oggi considerare l’ospedale solo di qualcuno e non della collettività sarebbe un grave errore.
Non si propongano in opposizione alla nostra tesi motivazioni risibili.
Non si dica: “era costruito li, va ricostruito li”, perché le motivazioni della costruzione vanno ricercate nel contesto del periodo di costruzione; ed è chiaro che oggi abbiamo una serie di condizioni diverse, che ci consentono di individuare senza dubbio nell’area di Torrita il posizionamento migliore.
Allo stesso modo non si risponda: “non ci sono i terreni o non c’è lo strumento urbanistico”; anche in questo caso si tratta di affermazioni strumentali, prive di significato. Tutte queste valutazioni sono opera del comune e della regione: qualora ci fosse la volontà, la partita si chiuderebbe in pochissimo tempo.
Neppure ci si venga a dire: “i pazienti che venivano all’ospedale erano importanti per l’economia di Amatrice capoluogo”; pensare che la sopravvivenza di Amatrice capoluogo sia legata a doppio filo a quel tipo di entrata, è mortificante per lo sviluppo di tutto il nostro quadrante.
Allora cerchiamo di tramutare la grande tragedia che ci ha colpito in opportunità: sforziamoci di convogliare il nostro enorme dolore in energia positiva che possa, sostenuta dalla solidarietà, ridisegnare il nostro territorio adeguandolo alla realtà attuale, costruendo in maniera antisismica, a risparmio energetico e con gli strumenti della domotica.
Solo se saremo capaci di questo tipo di scelta potremo ringraziare la solidarietà del mondo intero, con la serenità di chi ha operato per il meglio e si è lasciato alle spalle la tragedia del terremoto. Se la scelta dovesse essere quella infelice, di posizionare l’ospedale nel vecchio sito, allora lasciamo stare: stiamo parlando del passato, di un territorio senza futuro per colpa di scelte individuali e non collegiali, di un territorio che non ha saputo crescere neppure nella disgrazia.
Laddove qualcuno ritenesse che Torrita non sia la soluzione condivisa da tutti, si potrebbe verificare l’ipotesi attraverso un referendum che coinvolga la popolazione dei comuni che utilizzavano ed utilizzeranno il nosocomio.
Non possiamo commettere errori in una fase così delicata per il nostro territorio, così fortemente ferito dal terremoto.
Francesco Nelli – Sindaco di Cittareale
Luigi Taddei – Sindaco di Castel S.Angelo
Alberto Guerrieri – Sindaco di Antrodoco
Emanuele Berardi – Sindaco di Borgovelino
Serenella Clarice – Sindaco di Posta
Maria Antonietta Di Gaspare – Sindaco di Borbona
Emiliano Salvati – Sindaco di Micigliano
Stefano Petrucci – Sindaco di Accumoli
Massimiliano Giorgi – Sindaco di Montereale (AQ)
Foto: RietiLife ©
Plaudo all’iniziativa di tutti quei sindaci che hanno firmato questa lettera,il sito ideale e’ Torrita sia per questioni logistiche che di idoneita’ geologica,bisogna progettare da qui a 50 anni, non sprechiamo occasioni come questa anche perché’ si decide per migliaia di persone di quel territorio senza marchi di asl. FRANCESCO