È stata una lunga notte, per Amatrice, quella del primo anniversario del sisma del 24 agosto. Una notte di silenzio e riflessione, di spiritualità e di memoria, scandita dal ricordo di 239 nomi, 239 storie, 239 rintocchi di campana. Alle 3,36 sono state le campane a fissare la memoria di chi non c’è più. Subito dopo è stato svelato il monumento realizzato dallo scultore Marino Di Prospero: un omaggio alle 239 vittime e alla storia di questi luoghi.
La stele commemorativa ci riporta ad una delle pagine più gloriose di Amatrice: il privilegio concesso alla Città dal Sovrano Ferdinando I d’Aragona nel 1486 di coniare moneta. Un premio per la fedeltà dimostrata al sovrano che racconta un’importante pagina di storia di questi luoghi. Lo scultore ha rappresentato in un grande disco il famoso risvolto del cavallino insieme alla scritta “Fidelis Amatrix”. Il Cavallo nella sua marcia vigorosa è un monito ad andare avanti, senza tentennamenti.
“In questa grande piastra è simulata la frantumazione dell’enorme disco – dice l’autore Marino Di Prospero -, causata dalla calamità, in un grande cretto di distruzione. Il simbolo delle numerose vite spezzate. Questi frantumi sono ricomposti a riformare il disco in tutte le sue parti, anche le più minute. Il segno delle ferite però rimane indelebile: le cicatrici mantengono il colore intenso e sanguigno della terra, la terra madre. Le cuciture sono una esortazione alla riaggregazione della comunità, per poter sperare nel futuro. Nella parte superiore però uno spicchio mancante: è un urlo di disperazione rivolto verso l’alto, perché non tutto potrà tornare come prima”. Il monumento dalle misure di cm 270x170x70 è realizzato con il travertino bianco, donato dalle cave della vicina Acquasanta Terme dalla ditta Tancredi.
“La porosa e materica pietra – dice ancora l’artista – è un elemento ulteriore di identità e riferimento al proprio territorio e alle proprie radici, è un segno di contiguità e solidarietà da un paese del cratere sismico”. Il monumento, voluto dall’amministrazione comunale, è situato al centro del Parco don Minozzi, posizionato accanto a quello composto all’indomani della tragedia e realizzato con le pietre di Amatrice, in memoria delle tante vittime di quella notte. “Un simbolo eterno – dice il Sindaco Sergio Pirozzi -, che rimarrà qui per sempre a testimoniare il ricordo immortale dei nostri cari, che in una notte maledetta ci hanno lasciati fisicamente ma la cui memoria vivrà per sempre in noi e nelle generazioni che verranno. L’amore per la nostra terra sia il collante di questa comunità che oggi è ferita, ma che è fatta di gente coraggiosa che sa rialzare la testa”.
Foto: RietiLife ©