Il 24 agosto è e sarà per sempre il giorno più lungo, più duro per Amatrice. A un anno dalla scossa che ha devastato la cittadina tra i Monti della Laga e cambiato la vita del Centro Italia, causando in tutto 299 vittime, Amatrice, i parenti delle vittime e chi col cuore non ha mai smesso di essere lì, hanno ricordato quei tragici fatti a 365 giorni esatti.
Una lunga veglia notturna, una fiaccolata, i rintocchi, il nuovo monumento. Poi la messa mattutina, a cui ha partecipato anche il Premier Gentiloni ma anche l’ex Commissario Straordinario Vasco Errani, l’ex Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il governatore Zingaretti e il sindaco di Roma, Virginia Raggi. Il presidente Mattarella ha inviato una corona di fiori.
Durante la messa, ha parlato il vescovo Pompili: “Ricostruire vuol dire sempre andare avanti. Anche Amatrice allora rinascerà. Ma è bene che conservi perfino le ferite, perché da quelle le future generazioni apprenderanno che la città, più che dalle sue mura e dalle sue vie, è fatta dall’ingegno e dalla passione di chi la edifica. Lasciamoci ispirare dal cielo che ci circonda e invita ad allargare l’orizzonte, ad alzare lo sguardo rispetto alle nostre preoccupazioni immediate e ai nostri pregiudizi istintivi. Allora ci sorprenderemo a vivere, tra qualche anno, in un contesto che credevamo di conoscere, ma non aveva ancora svelato tutta la sua bellezza. Non basta nascere, bisogna imparare a rinascere. Questa è la fede. Ma anche la ricostruzione che verrà, se verrà”.
A fine messa ha auspicato che lo Stato continui “a dare una mano” e ha ringraziato “il Presidente della Repubblica, che ha inviato una corona, il presidente del consiglio dei ministri, il commissario straordinario, il capo della protezione civile (l’attuale e il precedente), e il governatore della Regione Lazio”. Infine, il ringraziamento ai tanti volontari che hanno operato ad Amatrice e nelle altre aree colpite dal sisma. Mons. Pompili ha poi impartito la benedizione, auspicando che possa essere “balsamo sulle ferite dei parenti delle vittime”.
Il terremoto ha cambiato la vita delle persone, nel profondo. Un cittadino ha fermato Gentiloni dicendogli “sono senza casa da un anno” (leggi). Tutto mentre continuano le scosse, pur minime: dal 24 agosto 2016 sono state 75mila di varia intensità. Una sequenza infinita. Ma Amatrice vuole e deve ripartire.
Foto: Emiliano GRILLOTTI © Amatrice