(di Chiara Pallocci) “È una zona franca fittizia, una concorrenza sleale dello Stato. Le imprese che verranno agevolate dalle esenzioni e defiscalizzazioni saranno solo quelle che – nel cratere – hanno subito cali di fatturato pari ad almeno il 25% nel periodo 1 settembre 2016 e 31 dicembre 2016″.
Così Leonardo Tosti, Presidente di Ascom Confcommercio Rieti, durante il dibattito coordinato dal giornalista Marco Fuggetta a margine della manifestazione “Cibart”.
Oggetto del contendere l’art. 46 del D.L. 24 aprile 2017 n.50 con il quale è stata istituita la Zona Franca Urbana “Centro Italia”, una serie di agevolazioni per le imprese devastate dagli eventi sismici di un anno fa. LEGGI
“Da un nostro studio ci risulta che rientrano nei criteri individuati dal DL – (convertito poi in Legge 96/2017) – addirittura appena appena le imprese di Amatrice. Imprese che sono completamente crollate prima che ecomicamente proprio fisicamente. A Leonessa beneficeranno delle azioni correttive solo 5 aziende, a Rieti una quindicina”.
Un’iniquità che, secondo Tosti, si rifletterebbe anche sulla tipologia degli attori economici considerati: “Il comma 1 del DL” – si legge nella nota inviata a Confcommercio Italia – “non considera alla pari imprese e lavoratori autonomi. Il comma 2 è invece quello che è sottoposto a più aspre critiche. Defiscalizzare tutte le imprese che potrebbero delocalizzare nella zona franca oppure iniziare una nuova attività è percepita, dagli operatori economici già esistenti, come una “concorrenza sleale” – e prosegue – “Sono infatti le imprese già sul territorio da tempo i veri soggetti danneggiati a prescindere dal calo del 25%”.
Un impianto normativo figlio dell’attenzione dal Governo per le difficoltà della zona del “Cratere” ma che non tiene conto delle tante criticità legate ai territori: “Rieti, già prima del sisma, era un territorio abbastanza disagiato ed è stata dimenticata dalla famosa da questa “Zona Franca” regalataci col terremoto”, conclude Tosti.
Foto (archivio): RietiLife©